Dopo averla afferrata alle spalle il balordo di 49 anni, pluripregiudicato, la trascinava giù per la rampa di scale facendole sbattere la testa sugli scalini più volte sino a ferirla in maniera grave. Arrestato.
Palermo – La Procura della Repubblica presso il tribunale ha delegato la Squadra Mobile – Sezione reati contro il patrimonio – all’esecuzione di una custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto gravemente sospettato di aver perpetrato una cruenta rapina ai danni di una povera anziana di 85 anni. Si tratta di A. G., classe 1973, pluripregiudicato.
I fatti di cui al procedimento risalgono al 2 novembre scorso quando la vittima si trovava nei pressi dell’ufficio postale di via Rocco Pirri, attiguo alla centrale stazione ferroviaria ed aveva appena prelevato la pensione, inconsapevole di essere già stata adocchiata dal suo aguzzino. Nel breve tragitto dall’ufficio postale all’abitazione dell’anziana, l’uomo effettuava un vero e proprio pedinamento a bordo della sua bici elettrica e, quando questa stava rincasando, dopo aver spintonato il portone d’ingresso, la raggiungeva sul pianerottolo del secondo piano, dove la donna si stava adoperando per aprire l’uscio di casa.
A quel punto, veniva afferrata alle spalle e trascinata giù per una rampa di scale e le veniva sbattuta la testa più volte sui gradini. A seguito della patita aggressione, la malcapitata riportava delle gravi lesioni tra cui un trauma cranico o facciale oltre che il ferimento di un braccio e la frattura di una vertebra. Nell’occasione l’uomo asportava le 675 euro che l’anziana aveva appena prelevato e fuggiva via. La povera donna riportava gravi ferite a seguito dell’aggressione, sia a livello facciale che sugli arti ed anche la frattura di una vertebra, lesioni per le quali risulta ancora ricoverata.
All’uomo, per i fatti di cui sopra, oltre alla rapina pluriaggravata, veniva contestato pure il reato di lesioni personali gravissime e aggravate, in ragione dell’accanimento di violenza esercitato nei confronti della povera anziana. Le indagini sono state condotte mediante la visione certosina dei tanti sistemi di videosorveglianza presenti in quella zona e da attività di polizia giudiziaria che hanno pure consentito di sequestrare la bici elettrica nonché alcuni degli indumenti utilizzati per compiere il delitto.