Palermo: fatture false e fallimenti pilotati, sequestrati 28 milioni a noto imprenditore

Operazione della Gdf nei confronti dell’uomo attualmente sotto processo, arrestato nel 2021 con altri 4 nell’operazione “Vanish vat”.

Palermo – Fatture false, aperture di nuove aziende e lavoratori trasferiti grazie alle loro “dimissioni volontarie” creando un buco milionario nelle casse delle società. A quasi tre anni esatti dagli arresti la guardia di finanza, sulla scorta di un decreto emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, ha sequestrato otto immobili tra Palermo e Ficarazzi, sei società con sedi a Palermo e Catania, conti correnti e veicoli per un totale di 28 milioni di euro nei confronti di di un imprenditore, dominus di un noto gruppo societario operante nel settore del trasporto di merci su strada coinvolto nell’operazione “Vanish vat”.

La ricostruzione della Procura, accolta dai giudici della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, si basa sugli accertamenti patrimoniali svolti dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo (G.I.C.O.), a esito dell’operazione denominata “Vanish vat” condotta dal I Gruppo Tutela Entrate dello stesso Reparto, che nel 2021 aveva portato all’emissione di una misura restrittiva della libertà personale nei confronti di diversi indagati.

Per questi fatti a febbraio del 2023 l’imprenditore era stato ammesso al giudizio abbreviato, tuttora in corso. Le indagini hanno delineato l’esistenza di un’associazione per delinquere, dedita alla commissione dei reati di utilizzo ed emissione di fatture false per un importo di oltre 16 milioni di euro, omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali, indebita compensazione e bancarotta fraudolenta. Mediante un consolidato schema fraudolento, articolato sulla creazione di una serie di società di comodo asservite al gruppo imprenditoriale in parola, sarebbe stato abbattuto illecitamente il reddito imponibile delle due imprese realmente operative riconducibili al proposto.

Inoltre, il sistematico inadempimento degli obblighi impositivi avrebbe determinato il fallimento, dichiarato dal Tribunale di Palermo il 29 aprile 2021, di una delle due società, che aveva accumulato un’esposizione debitoria verso l’Erario di oltre 22 milioni di euro. Sulla base di quanto emerso il Tribunale ha qualificato l’imprenditore quale “soggetto socialmente pericoloso in quanto indiziato di vivere abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose e, in considerazione della sistematica e costante situazione di sperequazione fra fonti lecite di reddito e beni nella disponibilità, ha disposto il sequestro dei beni”.

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