Palermo – Finito il lockdown anche la mafia è tornata in strada a richiedere il pizzo agli imprenditori. Se da un lato si pensa ai grandi affari provando a mettere le mani sulle aziende in crisi, dall’altro quella delle estorsioni rimane, per “cosa nostra”, un’attività fondamentale che permette di mantenere le famiglie dei detenuti affiliati. Con un’indagine durata oltre due anni, la Questura di Palermo ha azzerato il clan Noce con 11 arresti effettuati all’alba del 4 giugno. Il mandamento della “Noce” è considerato snodo strategico palermitano per gli interessi economici di cosa nostra nella gestione degli appalti, compravendite di terreni, scommesse online ed estorsioni. Recentemente alcuni suoi componenti hanno partecipato, insieme ad omologhi di altre strutture mafiose, alla “commissione provinciale” riunita per la prima volta, dal 1993, nel maggio 2018, dopo decenni in cui cosa nostra ha cercato di riorganizzare la consorteria criminale.
A capo del mandamento, negli ultimi anni, c’era Salvatore Alfano, di 64 anni, investito, come da tradizione mafiosa, da un bacio in bocca dato in una piazza pubblica niente poco di meno che da Settimo Mineo, il gioielliere che, dopo la morte di Totò Riina, aveva cercato di ricostruire la “Cupola”. Dalle indagini è emerso che il mandamento avesse il controllo capillare del territorio con un enorme giro di estorsioni e le mani immerse in ogni settore economico, tra questi anche quello delle intermediazioni immobiliari.
“…Sappiamo che i mafiosi si stanno presentando nelle attività per chiedere il pizzo – ha spiegato in conferenza stampa Renato Cortese, questore di Palermo – invito tutti a ribellarsi. Tornare a pagare farebbe perdere tutto il terreno conquistato in questi anni…”.
L’inchiesta, denominata “Padronanza” ha portato a 11 ordinanze di misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Palermo nei confronti di persone appartenenti al mandamento della “Noce” indagate per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato ed altro.
L’indagine ha ricostruito l’organigramma dell’organizzazione criminale, le dinamiche sul territorio e i rapporti che questa teneva con altre importanti compagini mafiose cittadine, facendo luce sui delicati equilibri “familiari” che coinvolgevano le famiglie “Noce” e “Cruillas”.