Il 78enne è sparito dalla sua casa nel Milanese. Indagato nell’inchiesta Hydra, si è visto respingere dalla Cassazione l’appello presentato contro l’arresto chiesto dalla Procura.
Milano – Paolo Aurelio Errante Parrino, 78 anni, considerato dagli inquirenti il referente di Matteo Messina Denaro per la Lombardia, nonché parente acquisito del boss siciliano scomparso il 25 settembre 2023, è ufficialmente ricercato, dopo che a suo carico è stato emesso un ordine di carcerazione. Il presunto boss però non si trova. Inutilmente i carabinieri lo hanno cercato ieri ad Abbiategrasso, nel Milanese, dove Parrino risulta residente.
Il suo nome ricorre tra quello degli oltre 150 indagati dell’inchiesta Hydra, sulle cui cui risultanze la Dda di Milano aveva ipotizzato l’esistenza di un patto tra mafia, camorra e ‘ndrangheta in Lombardia. Due anni fa i magistrati avevano richiesto un fiume di arresti, provvedimenti cautelari nella stragrande maggioranza respinti dal gip Tommaso Perna (ordinò soltanto 11 arresti su 153) che non condivise la tesi della Procura.
Tuttavia, nel mese di ottobre, il Tribunale del Riesame aveva accolto il ricorso della Dda di Milano, confermando l’associazione mafiosa contestata dalla Procura. Nel Caso di Parrino i giudici avevano sottolineato il pericolo di fuga, considerando anche il legame con Messina Denaro, latitante per anni. La difesa di Errante Parrino aveva presentato ricorso in Cassazione, ma quest’ultima ha respinto l’istanza.
Alcuni arresti sono già stati eseguiti, ma Errante Parrino risulta ancora latitante. Secondo i pm, è il “punto di riferimento del Mandamento di Castelvetrano nel Nord Italia”, legato a Matteo Messina Denaro. Egli avrebbe svolto il ruolo di “intermediario” tra le varie mafie operanti in Lombardia, facilitando l’unione tra Cosa Nostra, ‘ndrangheta, camorra e il boss siciliano.
Errante Parrino è stato già condannato a dieci anni di carcere per associazione mafiosa. Secondo le indagini, avrebbe svolto il compito di trasmettere comunicazioni a Messina Denaro durante la sua latitanza, per coordinare attività mafiose e affari finanziari in Lombardia. L’inchiesta “Hydra” è stata recentemente ripresa anche dopo l’arresto di Giovanni Abilone, coinvolto in attività mafiose e trovato in possesso di droga, armi e munizioni.