Chiuse le indagini, emerge l’orrore: la donna segregata e torturata per giorni da Massimo Malavolta prima di essere ammazzata di botte.
Ascoli Piceno – Un quadro giudiziario sconvolgente e segnato da una lunga scia di violenza domestica, quello emerso dalla chiusura delle indagini sull’omicidio di Emanuela Massicci, 45 anni, avvenuto il 19 dicembre 2024 a Castignano, in provincia di Ascoli Piceno. L’autore del delitto, secondo l’accusa, sarebbe il marito della vittima, Massimo Malavolta, 48 anni, già arrestato in flagranza e tuttora detenuto in custodia cautelare in carcere. Così il procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno, Umberto Monti, che ha descritto nell’impianto accusatorio formulato nella chiusura delle indagini un quadro fatto di orrore domestico quotidiano, culminato nell’omicidio pluriaggravato con maltrattamenti, lesioni gravi e tortura.
Secondo la ricostruzione investigativa, la morte di Emanuela sarebbe stata l’esito voluto e pianificato di una lunga serie di violenze, perpetrate dal marito fin dai primi mesi del 2024, anche alla presenza dei figli minori. Le aggravanti contestate sono molteplici: crudeltà, futili motivi, condizione di minorata difesa della vittima, che negli ultimi giorni sarebbe stata segregata in casa, ridotta all’immobilità, incapace di parlare o chiedere aiuto.
Inoltre, Malavolta è accusato di aver inflitto alla moglie plurime lesioni, comprese fratture, mediante oggetti da punta e da taglio, colpendola in varie parti del corpo. Il tutto, secondo gli inquirenti, all’interno di un quadro sistematico di maltrattamenti familiari. Il 48enne era già stato sottoposto, nel giugno 2015 alla misura cautelare degli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di un’altra donna. Era stato condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno a due anni di reclusione, poi riformati in Appello ad Ancona in 6 mesi e 20 giorni di reclusione per molestie, con pena sospesa.
Fondamentale per definire l’impianto accusatorio è stata l’attività dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ascoli Piceno, con il supporto del Ris di Roma, della Medicina Legale dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli, nonché della sezione di polizia giudiziaria della Procura. Decisivo anche l’incidente probatorio, durante il quale i periti hanno stabilito che Malavolta era pienamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti.
L’accusa considera che l’uomo abbia ucciso approfittando della totale vulnerabilità della moglie, in un contesto di continua sopraffazione e crudeltà, aggravata dalla presenza dei figli in casa. Il procedimento si avvia ora verso le fasi successive, dove queste ipotesi di reato saranno ulteriormente vagliate.