Le dichiarazioni del capo ultrà in cella con l’accusa di aver ucciso a Cernusco sul Naviglio il rampollo di ’ndrangheta: tradito dagli amici.
Milano – La curva nord interista fece entrare nel direttivo Antonio Bellocco, 36enne dell’omonima cosca della ‘ndrangheta, ucciso a coltellate il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, perché il clan, come già era accaduto anche per altre cosche, faceva “pressioni” per essere parte di quel mondo e soprattutto per spartire i proventi dei business. Con il passare dei giorni l’omicidio di Bellocco e il retroscena prende forma: grazie anche alle dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal capo ultrà Andrea Beretta, prima di essere fermato per omicidio volontario aggravato e detenzione illegale di una pistola.
Secondo la versione di Beretta, prima a gestire i rapporti con uomini della criminalità organizzata ci pensava Vittorio Boiocchi, lo storico capo ultrà freddato a colpi di pistola nel 2022 (gli autori non sono stati ancora individuati). E nell’inchiesta condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri e coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra questo ha un peso. Infatti Beretta ha raccontato che lui si occupava del merchandising e della gestione dei biglietti per le partite, affari che producevano incassi elevati soprattutto per le ultime stagioni trionfali del club nerazzurro. Bellocco però aveva alzato la testa perché a lui sarebbero andate solo “briciole” e questo aveva creato non pochi attriti. Ecco perché il capo ultrà killer di Bellocco aveva paura di essere ucciso.
Intanto, la difesa di Beretta, col legale Mirko Perlino, ha acquisito il video integrale delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso l’omicidio avvenuto nell’auto di Bellocco, ucciso con 11 coltellate letali al cuore e alla gola. Secondo alcune testimonianze, l’ingresso di Bellocco nella curva dell’Inter avrebbe avuto il favore dei vertici del tifo nerazzurro, tra cui dello stesso Andrea Beretta per fermare presunte ‘pressioni’ di alcune cosche ad entrare nel business della curva dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo della Nord ucciso il 29 ottobre del 2022. E questo lo avrebbe confermato lo stesso Beretta detenuto, in isolamento, nel carcere milanese di Opera.
Ma la famiglia di Bellocco dice che la ‘ndrangheta non c’entra con l’omicidio. Con “amarezza e dolore” ha preso posizione. E punta il dito contro quanto riportano da giorni i media. A creare dolore è il “costante riferimento da parte dei media al vincolo di parentela della vittima con soggetti in passato condannati per associazione mafiosa”. I parenti di Bellocco parlano attraverso una nota diramata attraverso il proprio legale di fiducia, l’avvocato Giacomo Iaria, del foro di Reggio Calabria, mentre il gip di Milano ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Beretta. Quest’ultimo che è accusato di omicidio aggravato, perché era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, e detenzione illegale di arma da fuoco. Per il giudice il carcere è la sola misura idonea dati i gravi indizi di colpevolezza e la gravità del fatto e per consentire alle indagini di chiarire il contesto della vicenda e il movente ancora tutti da accertare.
Bellocco è stato seppellito nel cimitero di San Ferdinando, il paese di origine del 36enne. Con un’ordinanza la Questura di Reggio Calabria ha vietato la celebrazione “in forma pubblica e solenne” delle esequie. Motivo? Poteva “rappresentare l’occasione per l’ostentazione della forza della famiglia criminale ed essere, altresì, propizia per incontri tra affiliati, cementare alleanze o programmare iniziative illegali con conseguenti e potenziali turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica”.