Liliana Segre non ci sta e a costo di rifiutare la cittadinanza onoraria di Verona lancia anatemi contro il civico consesso della città di Giulietta e Romeo
VERONA – Ogni comune italiano è libero di decidere a chi intitolare le proprie vie e contrade. Stessa cosa per quanto attiene le delibere per conferire la cittadinanza onoraria a personaggi che si sono distinti nei diversi settori della società civile e non solo. Tutto questo in piena autonomia democratica e senza alcuna limitazione se non quella dettata dalle scelte collegiali. Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, sentiti i propri organi di governo ed espletate le procedure di rito ha dedicato una strada a Giorgio Almirante ed ha attribuito la cittadinanza onoraria della comunità di Giulietta e Romeo alla senatrice Liliana Segre. In qualsiasi altra parte del mondo si sarebbero svolte le rispettive cerimonie senza alcun mugugno ma nel Bel Paese le cose vanno diversamente. Stavolta è stata proprio la senatrice a vita ad avere da ridire sul compianto segretario del MSI. La Segre, infatti, e a muso duro, avrebbe reiteratamente protestato contro la scelta civica senza mezzi termini
”… Una via Almirante a Verona? Oh, povera strada! – ha detto Segre – mi chiedo se sia lo stesso Comune che mi ha fatto cittadina onoraria. Le due scelte sono di fatto incompatibili, per storia, per etica e per logica. La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole ma non può fare due scelte che sono antitetiche l’una all’altra. Questo no, non è possibile!..”.
Meno male che il primo cittadino, senza scomporsi, ha risposto per le rime alla sopravvissuta di Auschwitz che, secondo molti, avrebbe davvero esagerato:
”…Giorgio Almirante è stato un leader e ha fatto la storia del nostro Paese e della destra italiana nel confronto parlamentare – ha aggiunto Sboarina – non è affatto una scelta fatta in contrapposizione con nessuno…”.
Con l’attivista politica vittima dell’Olocausto si sono schierati i soliti noti e non sono mancati altri commenti indignati ma l’amministrazione veronese tira dritta per la sua strada, come è giusto che sia:
”… Rispetto e comprendo le dichiarazioni di Liliana Segre – ha proseguito Ciro Maschio, presidente del consiglio comunale – ma spero ci possa essere un incontro e un dialogo per trovare una soluzione che non metta in contrapposizione cose che sono su piani diversi…”.
Va da sé che non poteva mancare la reazione, come al solito esagerata, dell’opposizione:
”…Con la proposta di dedicare una strada a Giorgio Almirante, firmatario del manifesto della razza – ha tuonato Alessia Rotta, deputata Dem – e contestualmente la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, sopravvissuta a un campo di sterminio nazista, si raggiunge il culmine del più vergognoso doppiogiochismo…”.
La bagarre è andata avanti per giorni e anche il M5S ha fatto sentire la propria voce, certamente in linea perfetta con le invettive dei Pd:
”…Bene fa Liliana Segre a declinare a malincuore la cittadinanza onoraria di Verona – hanno detto in coro i pentastellati – male fa l’amministrazione veronese a coccolare nostalgici fascisti…”.
Giorgio Almirante è stato il leader storico della Destra italiana, rappresentante di un autentico movimento senza stella alcuna nonché deputato di quell’opposizione fattiva e determinata che da un quarto di secolo non ha avuto più eguali. Dunque perché negare l’ingresso in toponomastica ad un defunto rappresentante della destra parlamentare? Insomma perché in un Paese in cui i brigatisti assassini vengono premiati in libertà non si dovrebbe intitolare una via ad un esponente politico morto incensurato? Certamente tutti i genocidi sono da condannare, quelli di ieri e quelli di oggi. I mostri sono mostri, gli assassini sono assassini. Come quei soldati con la stella di Davide sulla giubba mentre sparano a inermi bambini palestinesi.