L’imprenditore, già in carcere, sarebbe specializzato nella gestione di società “cartiere” per conto del clan mafioso.
Parma – Beni per un milione di euro sono stati sequestrati dalla polizia e dalla Guardia di Finanza di Parma ai danni di un imprenditore 41enne originario della provincia di Crotone. L’uomo sta attualmente scontando una condanna a 11 anni di reclusione in primo grado, poi ridotta a 9 in appello, in quanto ritenuto responsabile del delitto di tentata estorsione aggravata e soprattutto partecipe della cosca Grande Aracri, associazione di stampo ‘ndranghetistico operante nel territorio delle province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza, già oggetto dell’operazione “Grimilde”, che nel dicembre scorso aveva portato a 11 condanne. La misura odierna è stata eseguita su proposta congiunta della Dda di Bologna e della Questura di Parma.
All’interno della cosca ‘ndranghetista Grande Aracri, che aveva una struttura autonoma operante in Emilia, l’uomo era specializzato nella gestione di società “cartiere”, create cioè al fine di emettere fatture per operazioni inesistenti a beneficio di altri soggetti economici che le utilizzano.
Il sequestro ha riguardato interi complessi aziendali e quote societarie di 11 società, delle quali due in provincia di Crotone, due nella provincia di Reggio Emilia, una ad Acerra (NA), una a Milano e cinque a Parma. Due immobili residenziali sono stati sequestrati a Cutro (KR), così come 8 terreni estesi per diverse decine di ettari nell’agro cutrese. Sequestrati anche diversi rapporti finanziari e assicurativi in corso di quantificazione e due auto. Il tutto per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.