A Messina non sono le luci dell’albero ad essere intermittenti ma il Natale stesso, o meglio le iniziative poste in essere per la festa più importante dell’anno.
Il Natale, tra tutte le ricorrenze, è di certo la più sentita, poiché, indipendentemente dalla sua valenza religiosa, è capace di coinvolgere grandi e piccini, seppur in modo diverso. Per tutti il Natale è attesa, mistero, fantasia e incanto, ma a Messina la magia del Natale ha preso una piega inaspettata: la piazza più bella e centrale, Piazza Cairoli, è diventata oggetto di polemiche, diatribe, equivoci, aspre critiche e tanti colpi di scena. Andiamo con ordine.
Alla vigilia della festa dell’Immacolata, l’associazione “Messina Incentro”, che raggruppa un certo numero di imprenditori, aveva inaugurato quello che, almeno nelle intenzioni, doveva essere un Christmas village.
Subito dopo l’inaugurazione in pompa magna e l’accensione dell’albero, proveniente dall’Ungheria e alto una decina di metri, dono di una locale azienda di torrefazione, sono però piovute critiche furibonde sull’iniziativa contro gli organizzatori che hanno avuto in concessione il suolo pubblico e contro gli amministratori comunali, che lo hanno concesso. Ma è soprattutto sui social che è esplosa la rabbia e si sono scatenate le polemiche per quei cinque euro a persona, bambini compresi, richiesti per l’attrazione principale: un giardino di luci perimetrato da una rete da cantiere coperta da un telo verde, (privo di qualsivoglia criterio estetico) per impedire la visuale dall’esterno. Una bruttura anche il tendone da circo della pista di pattinaggio, oltretutto posta proprio a ridosso dell’albero, quasi a celarne la visione. A pagamento anche quasi tutte le altre iniziative: un obolo troppo alto per le famiglie, specie le meno abbienti, che percepiscono sottratto alla loro la fruibilità uno spazio importante, se non vitale, in una delle città con il più basso reddito pro capite.
Passa un messaggio sbagliato: esiste una natale per i ricchi, che possono pagare, e uno per i poveri. Con ciò è stato distrutto il clima natalizio prima ancora che cominciasse.
Le critiche hanno sortito in parte l’effetto sperato: il giorno dopo, il 9 dicembre, il Sindaco, Cateno De Luca, la giunta e i consiglieri si sono mobilitati e sono riusciti ad ottenere una forte riduzione del prezzo del biglietto e la rimozione del telone impenetrabile. Subito dopo, però, l’associazione ha annunciato la chiusura del giardino delle luci, ufficialmente per un corto circuito causato dal maltempo, ma ufficiosamente come reazione alle polemiche: il corto circuito si è creato tra associazione ed amministrazione.
Contemporaneamente, altresì, è stata comunicata anche la chiusura della pista di ghiaccio e dei mercatini, con il consequenziale svuotamento dell’intera area. Ma il giorno successivo, per intercessione dell’assessore incaricato, l’Albalux, la società che gestisce il villaggio natalizio, fa marcia indietro e ritorna sui propri passi, annunciando che le luci del giardino sarebbero rimaste accese sino alla fine del periodo natalizio.
Tutto risolto, direte voi. Tutt’altro. Complice il forte vento di scirocco che ha flagellato la città tra venerdì 13 (con buona pace dei superstiziosi) e sabato 14, la farsa messinese del Natale è proseguita e domenica la principale attrazione ha spento le luci e chiuso i battenti. Sulla pista di ghiaccio, poi, la vicenda, da tragicomica che era, diventa realmente grottesca: nella sua pagina facebook il sindaco riferisce che: «La pista da ghiaccio di piazza Cairoli è stata denunciata per violazione dell’art.69 TULPS non conciliabile (inizio attività senza licenza), con contestuale cessazione dell’intrattenimento e provvedimento del Questore di inibizione attività». Di fatto il Comune ha sanzionato una sua stessa iniziativa. Lo “scivolone” dell’autoreferenziale sindaco “più bravo del mondo” e dei suoi assessori ha solo suscitato caos e malcontento. Un evento che, a detta dei responsabili, avrebbe dovuto essere “il Natale più bello di sempre” rischia di diventare “il Natale più brutto di ogni tempo”.
Abbiamo chiesto chiarimenti a Davide Gambale, addetto stampa, portavoce di “Messina Incentro”:
Cosa non ha funzionato, perché il giardino delle luci ha chiuso i battenti?
“Purtroppo, le particolari avverse condizioni meteo dello scorso weekend hanno danneggiato parecchi dei led che compongono le figure del giardino. Impossibile effettuare le riparazioni per tempo. I danni, in corso di quantificazione, ammontano, tra l’altro, a svariate migliaia di euro. Motivo per il quale. l’Albalux ha deciso obtorto collo di chiudere definitivamente l’attrazione.
All’indomani delle polemiche per il biglietto d’ingresso, il Sindaco ha affermato di non essere a conoscenza che si sarebbe dovuto pagare un ticket per l’entrata al giardino delle luci. Ma il prezzo non era stato concordato con l’amministrazione?
Nel progetto, il pagamento del ticket era previsto, anche se al momento della richiesta non era possibile prevederne l’importo.
Il costo è stato determinato da diversi fattori, dei quali si è fatta carico esclusivamente l’associazione, dal momento che l’amministrazione comunale ha fatto spallucce: non appena il Comune ha trasmesso i conteggi, è stata prontamente versata la prima di tre rate di 4.600 euro circa. Poi ci sono i costi dettati dalla direttiva Gabrielli (che fissa i modelli organizzativi per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche, anche in relazione al pericolo derivante dalla minaccia terroristica, n.d.r.), 500 euro giornalieri per la messa in sicurezza della piazza e ancora altre voci.
Messina Incentro ci ha messo tutta la buona volontà per offrire ai messinesi un Natale bellissimo, ma forse la città non era ancora pronta.”
Le vostre manifestazioni per il Natale 2019 si sono concluse?
“I mercatini restano, rappresentano un’attrattiva e gli artigiani sono molto contenti dell’affluenza. Si spera che la pista di ghiaccio, appena completati gli iter burocratici, possa presto riaprire”.
Santi Daniele Zuccarello di “Missione Messina”, ex consigliere comunale, sull’argomento ha invece molto da dire e da ridire:
Zuccarello, cosa pensa di quella che a Messina è stata definita la “farsa del Natale”?
“Che, appunto, è stata una farsa. Mesi di organizzazione per la realizzazione di un evento, poi rivelatosi un flop. Sono state date le chiavi del “salotto buono della città”, senza alcun bando, alla stessa associazione già incaricata e creata ad hoc lo scorso anno, senza che avesse storia o fosse rappresentativa della città. Anche nel 2018 fu un’operazione commerciale, ma la cittadinanza se n’è accorta solo quest’anno quando si è trovata di fronte la quasi totalità della piazza chiusa”.
Lei ritiene che davvero il sindaco, così come ha affermato, non sapesse nulla del fatto che esistesse un ticket di ingresso da pagare, nonostante avesse incaricato dei commercianti che notoriamente non sono dei benefattori?
“Anche ammesso che il Sindaco non sapesse nulla, i suoi assessori Musolino e Scattareggia, che hanno partecipato all’intero evento, non potevano non sapere cosa doveva avvenire all’interno della piazza e oggi dovrebbero dimettersi. Io credo invece che il sindaco abbia fatto, more solito, il gioco dello scarica barile. Se le cose sono positive se ne prende i meriti, se sono negative dice di non sapere nulla. Così come ha fatto in un video, poi cancellato, quando ha affermato: ricordo a tutti quanti che il Natale è stato organizzato dalla Messina incentro e non dall’amministrazione”.
L’amministrazione ha fatto appello a tutti i privati di “buona volontà”, a farsi avanti e proporre iniziative, ma a suo parere si è ancora in tempo, così a ridosso della festività più importante dell’anno, per dare dignità al Natale e, soprattutto, non dovrebbe essere l’amministrazione a rimediare e non i privati?
“Non devono essere i privati ma gli amministratori comunali ad operare per ridare dignità a questo Natale. Non possono affermare di non avere fondi, dal momento che stanno incassando dagli sponsor, soprattutto concessionarie automobilistiche che espongono i loro brand, e dall’occupazione suolo degli stand degli artigiani presenti nei mercatini. Questi introiti vanno ristornati in favore della comunità”.