Nasconde il cadavere della madre per 3 anni e ne incassa la pensione

Scoperto all’anagrafe mentre tenta di rinnovare la carta d’identità con un maldestro tentativo di travestimento. Il corpo dell’anziana ritrovato in cantina.

Mantova – Per tre anni ha vissuto con un segreto macabro nascosto in cantina: il cadavere della madre, morta per cause naturali e mai denunciata alle autorità. E per tre anni ha continuato a incassare puntualmente la sua pensione, mese dopo mese, come se nulla fosse. Fino a quando, spinto dalla necessità di rinnovare la carta d’identità in scadenza – indispensabile per non perdere l’assegno previdenziale – ha deciso di tentare il tutto per tutto con un espediente degno di una sceneggiatura cinematografica.

Ieri mattina, nell’ufficio anagrafe del piccolo comune di Borgo Virgilio, si è presentato un’anziana signora con parrucca e abiti femminili. O almeno così sembrava. Ma i dipendenti dell’ufficio hanno notato subito che qualcosa non quadrava. Quella figura traballante, quella voce, quei movimenti: dietro il travestimento si celava in realtà un uomo di 56 anni. Ed era lui il figlio della donna di cui stava cercando di rinnovare i documenti.

Il tentativo goffo di impersonare la madre ha fatto scattare immediatamente i controlli. E così è emersa l’intera, agghiacciante verità. La donna era morta tre anni fa, ma il decesso non era mai stato comunicato. Il corpo era stato nascosto in cantina, dove si era lentamente mummificato nel tempo. Nel frattempo, il figlio aveva continuato a percepire regolarmente la pensione della madre, aggiungendola al proprio stipendio da lavoratore.

L’uomo è stato denunciato per truffa ai danni dell’Inps e per occultamento di cadavere. I carabinieri, intervenuti nell’abitazione, hanno trovato i resti della donna in avanzato stato di decomposizione. Il corpo, ormai ridotto a mummia, giaceva in cantina da tempo immemore, mentre sopra, nella casa, la vita proseguiva come se nulla fosse.

Non è ancora chiaro come sia riuscito a tenere nascosta la situazione per così tanto tempo senza destare sospetti tra vicini, conoscenti o enti pubblici. Nessuno si era accorto della scomparsa dell’anziana? Nessuno aveva chiesto di lei? Evidentemente no. O forse sì, ma il figlio era riuscito a giustificare ogni assenza con scuse plausibili, rimandando visite e incontri.

Quel che è certo è che il castello di menzogne è crollato nel momento in cui ha dovuto mettere piede in un ufficio pubblico. E lì, davanti agli impiegati comunali, il travestimento mal riuscito ha svelato tutto. Una truffa durata tre anni e migliaia di euro intascati indebitamente.