Morte in comune: verità o menzogna?

Il progetto era quello di farla finita entrambi ma lei non sarebbe riuscita a colpire il marito. L’ombra dei gruppi “satanici” su Facebook e il presunto “mal di vivere”.

LA SPEZIA – Avevano deciso di farla finita insieme, ma lui non è riuscito a togliersi la vita dopo averla sgozzata. Dopo il femminicidio avrebbe vegliato la donna per ore vedendola agonizzare. In attesa di ulteriori novità investigative l’unica cosa certa è la morte di Rossella Cominotti, 53 anni, giornalaia assieme al marito Alfredo Zenucchi, di 57, che l’avrebbe ammazzata con una rasoiata alla gola, intorno alle 20 dello scorso 6 dicembre, in una stanza d’albergo. Il cadavere della donna, appoggiato alla sponda del letto in un lago di sangue, è stato ritrovato dal personale delle pulizie dell’Antica Locanda di Luigina a Mattarana, frazione del comune di Carrodano, in Val di Vara, nello Spezzino, dove i due coniugi avevano soggiornato sin dal 2 dicembre dopo aver girato altri due alberghi della zona.

La vittima con il suo adorato cane

Dopo il delitto l’uomo era sceso nella hall dicendo al receptionist di uscire fuori per riscaldare il motore della sua Citroen C3 bianca in attesa che la moglie lo raggiungesse per poi pagare e andare via. Invece Zenucchi saliva a bordo della vettura e faceva perdere le sue tracce. I carabinieri di Sesta Godano e i militari del Nucleo Investigativo spezzino, già arrivati sul luogo dell’omicidio, fermavano l’uomo dopo appena 5 ore di ricerche. Una volta in manette il giornalaio si lasciava andare ad una confessione sconvolgente:

” Dovevamo morire tutti e due – raccontava Zenucchi davanti al maggiore dei carabinieri Marco De Iesu e al Pm Elisa Loris – Io dovevo tagliare la gola a lei, Rossella a me. Prima volevamo buttarci da un dirupo ma non ci siamo riusciti. Eravamo stanchi della vita…”.

Alfredo Zenucchi dentro la sua edicola

Ma le cose erano andate diversamente. Lui riusciva a tagliarle la gola ma lei, forse già senza forze a causa della copiosa emorragia, non riusciva a uccidere il marito e stramazzava sulla spalliera del letto dove spirava in pochi minuti. I carabinieri ritrovavano nella stanza oltre al rasoio sporco di sangue, alcune siringhe e diverse dosi di eroina che la coppia avrebbe assunto prima del preventivato omicidio-suicidio. Tutto questo, ovviamente, secondo la versione del marito che, diversi anni prima, era stato ospite di una comunità per tossicodipendenti dove si era disintossicato. I due dunque avrebbero deciso di morire insieme, tagliandosi la gola, ma in una lettera, a firma congiunta, marito e moglie avevano chiesto di dire a parenti, amici e conoscenti che si sarebbero suicidati con i gas di scarico della loro auto. La lettera, adesso al vaglio degli esperti, sarebbe stata scritta proprio dalla vittima nella quale però si accenna solo ad un generico mal di vivere.

I carabinieri dentro l’hotel dove si è consumato il delitto

I due si erano conosciuti nel 2021 in un bar a Cremona. In quel periodo l’uomo lavorava come facchino per la cooperativa “Il Cerchio” dopo aver lasciato Peia, in provincia di Bergamo, almeno 15 anni prima. Alfredo è un uomo schivo che non parla quasi mai mentre Rossella, con i suoi problemi di bulimia, sembra più entusiasta. Poi, improvvisamente, nel marzo scorso decidono di sposarsi e nel farlo si allontanano dalle famiglie di origine per rimanere, sostanzialmente, ancora più soli. In municipio la coppia si era presentata davanti al sindaco di Bonemerse, paese in provincia di Cremona dove i due vivevano e lavoravano, con due testimoni rimediati in piazza. Una cerimonia alla buona, senza parenti né amici, finita con un brindisi al bar del paese con una bottiglia di prosecco da offrire anche agli avventori sconosciuti.

Manifestazione contro la violenza sulle donne

Durante il primo interrogatorio Zenucchi avrebbe parlato di una forte delusione ricevuta dalla coppia a causa del comportamento di alcune persone che poi li avrebbero “pugnalati alle spalle”. Una dichiarazione che però l’uomo aveva subito ritrattato chiedendo al verbalizzante di cancellare la frase. Il presunto assassino ha anche riferito agli inquirenti di aver tentato il duplice gesto estremo più volte, anche all’interno dell’edicola acquistata nel gennaio di quest’anno, ma senza riuscirci. Zenucchi aveva aderito ad alcuni gruppi satanici su Facebook ma come dice il procuratore capo di La Spezia, Antonio Patrono, sono ancora numerose le cose da chiarire. Per i parenti della vittima Rossella era entusiasta della vita, altro che suicidio di coppia.

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