“Chi ha messo a ferro e fuoco il quartiere non eravamo noi. Era gente che veniva da fuori”. E pensano a un’associazione in suo nome.
Milano – Gli amici di Ramy Elgaml, il 19enne morto in un incidente stradale durante un inseguimento con i carabinieri a Milano, esprimono rabbia e dolore, sostenendo di non credere alla versione ufficiale dei fatti. In un incontro con la consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza, hanno manifestato l’intenzione di organizzare una manifestazione pacifica per chiedere “verità per Ramy” e istituire un’associazione in sua memoria.
Intanto il padre di Ramy, Yehia Elgaml, ha preso le distanze dai disordini avvenuti nei giorni scorsi al quartiere Corvetto, ribadendo fiducia nella magistratura e dissociandosi da ogni forma di violenza. “Non vogliamo vendetta, ma sapere cosa è successo. Mio figlio era più italiano che egiziano,” ha dichiarato. Dal canto suo, Aly Harhash, presidente della comunità egiziana della Lombardia, ha sottolineato l’importanza di chiedere chiarezza, condannando però ogni atto vandalico. Harhash vive nella stessa zona di Ramy, un quartiere segnato da degrado e tensioni sociali, ma si impegna a promuovere il dialogo e la legalità e nel 2021 ha ricevuto il “Premio Campione” dei City Angels per aver salvato un uomo il 12 settembre 2020, dopo il crollo di una palazzina in piazzale Libia a Milano.
Gli amici di Ramy stanno valutando iniziative per trasformare il dolore in un’opportunità di crescita per il quartiere. In particolare pensano a una manifestazione pacifica e, appunto, a un’associazione per Ramy.