Stavolta è toccata ad un mercante d’arte ed ai suoi sodali che avrebbero messo su un’organizazzione verticistica che utilizzava telefoni criptati, automobili con intercarpedini elettroniche per un giro d’affari milionario. Poi c’era la produzione di ketamina a livello locale. Ancora nei guai l’imprenditore Genovese, la droga che girava in Terrazza Sentimento pare provenisse dal fiorente mercato messo su da Andrea Deiana.
Milano – Il capoluogo lombardo si afferma come crocevia dello spaccio di droga internazionale. Non solo importazione di ketamina e cocaina ma anche raffinazione e vendita, dal produttore al consumatore. Il vasto giro di stupefacenti si allargava anche in provincia: da Carimate, vicino Como, per la produzione di ketamina mentre i magazzini erano ubicati a Santa Giulia, Zelo Buon Persico e Cervignano d’Adda, nel lodigiano.
Il presunto “puparo” sarebbe Andrea Deiana, 41 anni, titolare di una galleria d’arte ad Amsterdam, specializzata nelle opere di Banksy, l’artista contemporaneo più famoso al mondo. Un mercante d’arte per chi lo conosce in questi panni. Un narcotrafficante secondo l’inchiesta della Dda milanese che ha portato all’arresto di 31 persone per traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio di opere d’arte.
Deiana si sarebbe avvalso della collaborazione di due “fedelissimi”, Angelo Di Monte e Manuel Zucca, soci del ristorante “Monkfish” di via Antonio Gramsci 6 a Peschiera Borromeo, e considerati i luogotenenti di Deiana a Milano. Il mercante di opere d’arte e presunto narcotrafficante cosmopolita, suggendo al blitz del 12 marzo scorso, è poi caduto nella rete della Narcotici della Squadra Mobile meneghina, diretta da Marco Calì e Domenico Balsamo, dopo tre anni di indagini coordinate dai Pm Silvia Bonardi, Alessandra Dolci, Cecilia Vassena della locale Distrettuale antimafia.
Di seguito gli arresti che hanno portato dietro le sbarre Deiana, i suoi due palafrenieri Calì e Balsamo, e altre 28 persone con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio di opere d’arte. Il mercante d’arte viene descritto dal Gip Carlo Ottone De Marchi come un importantissimo broker internazionale di stupefacenti in grado di organizzare forniture per centinaia di chili, come si legge nell’ordinanza dello stesso magistrato.
Già arrestato in passato per fatti di droga in Italia e in Germania, Deiana è allo stesso tempo:”…Un affermato imprenditore e titolare di una galleria d’arte ad Amsterdam, l’Art3035gallery – scrive in atti il Gip – dallo studio di diversi articoli e locandine rinvenute sul web…”. Gli investigatori dunque hanno concentrato la loro attenzione sulla posizione fiscale dell’imprenditore che in Italia sarebbe privo di redditi attivi ma nel 2018 avrebbe comunque avviato l’attività commerciale della sua galleria con grandi artisti fra cui Banksy, considerato uno dei maggiori esponenti della Street Art, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta.
Ad inguaiare il commerciante originario di Terracina numerosissime intercettazioni telefoniche, tutte effettuate da apparecchi criptati. Non per la polizia ovviamente: “…Alla fine ho scaricato 617 chili a Milano e 180 a Roma e la prossima sarà di altri 1000 sempre a Roma…”, diceva Deiana, il 30 agosto 2020, in una chat, anche questa criptata, a Manuel Fernandez, l’uomo che secondo gli investigatori “provvedeva al ritiro dello stupefacente una volta illecitamente portato in Italia”.
La droga, che viaggiava a bordo di auto appositamente predisposte con intercapedini ad apertura elettronica, veniva poi stoccata a Busnago per poi essere suddivisa in diverse partite. Nelle quasi 900 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare vengono riportati i colloqui via chat tra gli indagati che si fregiavano di nickname fantasiosi, spesso riconducibili alle proprie passioni od orientamenti politici.
Deiana si faceva chiamare, guarda caso, Banksy. Il mercante, secondo i giudici inquirenti, avrebbe rapporti stretti e costanti con ambienti della malavita locale ed internazionale, oltre a connessioni con il mondo della criminalità organizzata campana:”…Ho un accordo con amici a Napoli – diceva ancora il mercante per telefono – e si offendono se mi metto a lavorare con altri con la coca…”.
Ma c’è di più. Durante un ennesimo colloquio in chat Deiana avrebbe parlato di Raffaele Imperiale, 47 anni, camorrista di spicco, che ben conosce:”…Quando il mio amico in Europa era latitante e stava sempre con me vivevamo nella stessa casa…”. Altra pesante tegola si abbatte su Alberto Genovese, l’imprenditore napoletano di start-up arrestato per violenze sessuali, di nuovo indagato per acquisto e cessione di ketamina, utilizzata durante le feste nella sua Terrazza Sentimento. La droga fornita sarebbe stata made in Deiana.