Il presunto serial killer, legato alla malavita romana ed ai suoi personaggi di spicco, presenta una spiccata pericolosità sociale, dice il Gip capitolino, e potrebbe reiterare i reati che gli sono addebitati. Dunque De Pau rimane in galera mentre le indagini proseguono anche per un quarto omicidio, quello di un’altra prostituta, rimasto insoluto.
Roma – Chi è davvero Giandavide De Pau, 51 anni, accusato della morte delle tre prostitute del quartiere Prati? Man mano che passano i giorni di lui si sa di tutto e di più ma non è detto che non saltino fuori altri particolari inquietanti. Certo è che il pregiudicato arrestato per triplice omicidio compare, in più di un’occasione, in buona compagnia ovvero fra Massimo Carminati, er Cecato dei Nar e della banda della Magliana, e Michele Senese, noto boss della Camorra di stanza a Roma a cui l’indagato ha fatto da autista.
Per De Pau parlano le carte dell’inchiesta “Mondo di Mezzo” nella quale non è stato indagato, beninteso. Dunque il presunto killer, innocente sino ad eventuale condanna definitiva, gravato da precedenti per droga, armi e violenza sessuale, entra nell’indagine perché ripreso in una foto in compagnia di Carminati e Senese. Di quell’incontro al bar di largo Melegari 6, datato 30 aprile 2013, fra i vertici della mala capitolina esiste un verbale che bene descrive la situazione:”…I tre soggetti accedevano all’interno del bar e si sedevano ad un tavolo sotto la veranda dello stesso, rimanendo in conversazione fino alle ore 13.21, quando si alzavano e proseguivano a dialogare lungo la strada. Carminati Massimo e Senese Michele si appartavano a discutere, mentre il De Pau si tratteneva in disparte conversando al proprio telefono cellulare…“.
De Pau, però, non è persona da rimanere con le mani in mano. Nel 2020, infatti, l’uomo veniva coinvolto nell’operazione di polizia “Alba Tulipano” e posto agli arresti domiciliari. Le accuse sono pesanti: traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, lesioni personali gravissime. Il suo profilo criminale è più che eloquente: ”…Fornisce un apporto costante alla gestione dell’attività criminosa dell’organizzazione – c’è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – operando nel settore del narcotraffico e nelle attività di recupero dei crediti con modalità violente e intimidatorie...”.
Ma c’è di più andando a ritroso nel tempo. Il 15 maggio 2013, in una conversazione intercettata dagli inquirenti De Pau “…Autocelebrava il proprio modus vivendi, osservando che con un investimento di 80mila euro era in grado di percepire rendite mensili di 12mila euro – senza fare un cazzo – e di lì a poco sarebbe andato a cena con Michele Senese...”. Dunque squilibrato o finto pazzoide? Ma ancora prima, nel 2006, l’odierno indagato veniva arrestato nei paraggi di piazza Ungheria da una pattuglia dei carabinieri per tentata violenza sessuale in danno di una brasiliana. De Pau si era finto idraulico per entrare in casa della squillo che per paura di finire male si era lanciata dal balcone di casa procurandosi gravi fratture agli arti.
La donna aveva poi denunciato De Pau che finiva di nuovo nei guai giudiziari. Ma non è tutto: oltre alla dipendenza dalla cocaina l’uomo sarebbe stato ricoverato presso strutture psichiatriche e si troverebbe ancora oggi sotto terapia. Gli inquirenti sono giunti a De Pau grazie alle indicazioni della sorella Francesca che ha chiamato la polizia al rientro del fratello in casa. Dopo circa 7 ore di interrogatorio i magistrati di piazzale Clodio confermano le accuse di omicidio plurimo aggravato, consumato con uno stiletto non ancora ritrovato, per la morte di Yang Yun Xiu, 45 anni, detta Sofia, e Li Yan Rong, 55 anni, detta “Lia” e per Martha Castano Torres di 65 anni. Le due cinesi sono state identificate dopo sei giorni perché prive di documenti.
De Pau avrebbe aggredito la prima ragazza cinese nell’alcova di via Riboty 28 forse durante un rapporto sessuale. Sentite le urla la seconda prostituta di origini asiatiche sarebbe intervenuta per salvare la collega ma l’uomo avrebbe ucciso la prima per poi inseguire la seconda e finirla sul ballatoio dove aveva tentato di fuggire completamente nuda. De Pau avrebbe filmato entrambi gli omicidi riprendendo l’orrenda fine delle due donne con il telefonino.
Una volta in strada l’uomo avrebbe tentato di organizzare la fuga all’estero chiedendo aiuto e soldi ad una amica cubana che gli indica di recarsi in via Durazzo 38 dove Martha Castano Torres, una trans che abita a Roma da anni, potrebbe nasconderlo e aiutarlo. Torres, appena lo vede sull’uscio di casa, si spaventa e tenta di respingerlo. Al netto rifiuto di fargli da complice De Pau avrebbe sferrato tre fendenti al torace della Torres che si accasciava sul pavimento di casa in un lago di sangue. Poi la cattura e il primo interrogatorio:
”…Sono arrivato in casa delle cinesi dopo avere trascorso la sera prima con una ragazza cubana consumando droga – ha detto De Pau – ricordo di essere stato in quella casa di via Augusto Riboty, ho tamponato la ferita alla ragazza. Non ricordo di essere stato in casa di Martha Castano…”.
Tutte menzogne di una mente bacata ma lucida e fredda nel momento di uccidere? Il resto sono pianti e una sequela di non ricordo. Davanti al Gip, però, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le indagini proseguono anche su un altro omicidio di una squillo, occorso anni fa, e rimasto senza colpevole.