La premier torna sulla grande sfida: “Oggi è l’intelletto che rischia di essere sostituito con un impatto enorme, potenzialmente devastante”.
Roma – Non è la prima volta che la premier Giorgia Meloni parla della grande sfida dell’intelligenza artificiale. Una sfida su cui punta molto: prima ha avuto un’agenda fitta di incontri su questo tema cruciale per il G7, poi il faccia a faccia, nella cornice di Atreju, tra la leader di Fratelli d’Italia e Elon Musk, poi l’incontro a Palazzo Chigi con Bill Gates, fondatore di Microsoft e tra gli uomini più influenti del Pianeta. Anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha voluto sottolineare che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale “pone sfide nuove”. E il ministro della Giustizia Nordio ha istituito un gruppo di lavoro nel corso del G7 Giustizia di Venezia, dove ha posto al centro del dibattito l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel campo della giustizia.
Meloni è tornata sul tema intervenendo all’Assemblea della Cisl a Roma. “L’avvento dell’intelligenza artificiale – ha sottolineato – impatta sul mercato del lavoro. Voi sapete che la presidenza italiana del G7 lo scorso anno ha concentrato sul tema proprio dell’impatto dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro, una delle sue grandi questioni, delle grandi questioni che abbiamo voluto discutere con i nostri partner. Andiamo verso un mondo nel quale sempre più lavoratori rischiano di non essere necessari, banalmente perché se la modernità ci ha abituato alla sostituzione di competenze, in passato noi eravamo abituati a una sostituzione di competenze che era soprattutto concentrata sul lavoro fisico e questo consentiva al lavoratore di elevarsi, di dedicarsi più ai lavori di concetto, ai lavori di organizzazione”.
“Ma oggi è l’intelletto che rischia di essere sostituito con un impatto enorme, potenzialmente devastante anche sui lavoratori più qualificati e con una ricchezza che rischia di concentrarsi e di verticalizzarsi sempre di più se noi non governiamo questo processo e siamo già in ritardo”. Come si governa questo processo? Io penso – ha proseguito Meloni – che la grande sfida sia soprattutto quella di costruire le basi per un mercato del lavoro nel quale ci siano ancora operai, ci siano ancora tecnici, ci siano ancora professionisti che magari svolgeranno quella stessa mansione in un modo diverso e questo significa soprattutto lavorare, anche qui, per accompagnare i lavoratori in questa trasformazione, che significa un programma molto vasto di reskilling e di upskilling lungo tutto l’arco della vita e nei luoghi di lavoro. Esattamente come è dirimente intervenire e investire sui sistemi educativi, sulle politiche attive del lavoro sempre per colmare il divario del quale abbiamo parlato”.
“Noi abbiamo già compiuto i primi passi in questa direzione, – ha concluso – penso alla revisione delle politiche attive del lavoro, penso alla riforma dell’istruzione tecnico-professionale, penso alla nascita del liceo del Made in Italy che abbraccia materie umanistiche e materie Stem, penso alle risorse per l’orientamento”. Ancora, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a ottobre ha annunciato che l’hub per lo sviluppo sostenibile per promuovere iniziative internazionali sull’intelligenza artificiale, in particolare verso l’Africa del G7 “aprirà ufficialmente nel 2025 e avrà sede in Italia”. Sono più di i 100 soggetti, tra cui governi, organizzazioni internazionali e aziende tecnologiche come Google, Microsoft e OpenAI, che hanno espresso il loro interesse a lavorare sull’AI Hub, secondo il Mimit. Il progetto ha anche ricevuto un sostegno di organizzazioni come l’Unione Africana e il Gruppo di Donatori dell’Al per lo Sviluppo del G7.
Già nella partita Microsoft, Amazon web services, la divisione cloud del gigante del’e-commerce internazionale interessata a trasformarsi nel quarto operatore accreditato del cloud di Stato, il Polo strategico nazionale, al seguito di Microsoft, Google e Oracle. Microsoft, presente in Italia da 40 anni, ha annunciato un investimento da 4,3 miliardi di euro nei prossimi due anni, il più ampio nel nostro Paese fino ad oggi – nell’estate scorsa lo start per 1,5 miliardi già quasi tutti utilizzati nella zona di Milano-, per espandere la sua infrastruttura di data center hyperscale cloud e di intelligenza artificiale, oltre a un piano di formazione per far crescere le competenze digitali di oltre 1 milione di giovani entro la fine del 2025.