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Meglio morta che ricca con i miei soldi

L’attempato imprenditore, tramite la sua nuova compagna, avrebbe ingaggiato un’intera banda di presunti criminali e parenti fra di loro per uccidere la moglie. In 4 sono finiti in galera mentre gli altri 3 sono attivamente ricercati.

CONEGLIANO VENETO (Treviso) – Sarebbero stati in sette, con il marito e la giovane compagna come mandanti, i presunti responsabili, a vario titolo, dell’omicidio di Margherita Ceschin, 72 anni, la pensionata strangolata in casa nella tarda serata dello scorso 23 giugno.

La rapina sfociata nel sangue non aveva convinto gli inquirenti considerati i rapporti molto tesi fra la vittima e l’ex marito Enzo Lorenzon, 80 anni, imprenditore vitivinicolo di Ponte Piave, a causa del divorzio in atto e dell’assegno da 10mila euro che l’uomo versava mensilmente all’ex coniuge e che non voleva più pagare.

L’abitazione della vittima teatro della tragedia

Dunque gli investigatori battevano, con successo, la pista economica che in un mese portava all’arresto dello stesso Lorenzon, della sua giovane compagna Dileysi Lorenzo Guzman, 32enne dominicana, considerati i mandanti del femminicidio, difesi d’ufficio dall’avvocato Martina Pinciroli, dell’intermediario Juan Maria Guzman, 41 anni, dominicano residente a Treviso, e di Sergio Antonio Luciano Lorenzo, dominicano di 38 anni di San Biagio di Callalta, considerato dagli inquirenti il “palo” del piano criminale, difesi dall’avvocato di fiducia Fabio Crea.

Tutti gli arrestati sono reclusi in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato. I carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dai Pm Michele Permunian e Anna Andreatta della Procura di Treviso, avrebbero identificato i due presunti sicari, Sisco e Joel, e un’altra donna, E.R.L., tuttora latitanti. A portare gli investigatori sulla buona strada sono stati le intercettazioni telefoniche oltre che i reperti rilevati dal Ris.

Gli assassini, dopo aver soffocato la povera donna nel suo appartamento di via XXVIII Aprile a Conegliano, si ripetevano al telefono una frase risultata determinante per proseguire sulla pista intrapresa: ”Dobbiamo fare attenzione, e ripulire la macchina”. Seguivano decine di telefonate con conversazioni assai compromettenti che confermavano agli investigatori i sospetti ormai più che fondati.

Il Ris alla ricerca di tracce biologiche e altri indizi

Anche le telecamere comunali hanno fatto un ottimo lavoro: dalle ore 21 del 23 giugno avrebbero ripreso due killer in bicicletta, vestiti con pantaloni e maglietta neri, entrambi con un cappellino da baseball in testa, aggirarsi lungo via XXVIII Aprile. Alle 21.45 Margherita Ceschin rientrava in casa e alle 22.57 i due individui in bici venivano ripresi mentre scavalcano la recinzione dell’edificio verosimilmente per dirigersi in casa della vittima.

Le stesse telecamere li avrebbero inquadrati più tardi quando, scavalcando di nuovo la recinzione, riprendevano le due ruote con le quali si allontanavano nel buio della notte. I carabinieri scoprivano anche che Lorenzon si manteneva costantemente in contatto telefonico con gli altri componenti della “banda” i quali, per ben due settimane, avevano effettuato sopralluoghi in zona per studiare le abitudini e gli orari della vittima.

Lorenzon afflitto durante il funerale della povera Margherita

Insomma un piano criminale studiato a tavolino che, però, non ha sortito affatto gli esiti sperati da Lorenzon e dalla sua giovane fidanzata. Poi la sceneggiata che l’ex marito della vittima avrebbe orchestrato al funerale della moglie che si è celebrato a San Pietro di Feletto, paese d’origine di Mariella Ceschin. L’uomo avrebbe fatto finta di stare male sia fisicamente che moralmente:

”Sono davvero rimasta malissimo e stupita dall’esito delle indagini – ha affermato Maria Assunta Rizzo, sindaco del paese – ricordo che l’ex marito era sulla mia destra al funerale della signora: io inizialmente non sapevo che fosse lui, mi è stato detto quando ci trovavamo in cimitero. Sono rimasta male perché questa persona sembrava davvero addolorata e sembrava stesse male: questo mi ha lasciato ora stupita…Ricordo che durante la funzione gli ho chiesto un paio di volte se avesse bisogno di aiuto, perché respirava male…Lui prima mi ha risposto di no e poi ha detto – adesso aspettiamo – Lo vedevo davvero provato e questa cosa, ora, fa rabbrividire. Non ho parole e mi dispiace tantissimo per la famiglia, a cui esprimo la mia vicinanza e quella della comunità”.

Juan Maria Guzman, arrestato, sorpreso con 300 grammi di coca in casa

I quattro arrestati convocati davanti al Gip di Treviso Marco Biagetti per l’interrogatorio di garanzia hanno fatto scena muta e rimangono in carcere. Insomma Lorenzon, che ha minacciato il suicidio accusando ripetuti malori, avrebbe commissionato l’omicidio della donna per evitare di corrisponderle un assegno mensile più congruo e che avrebbe sfiorato i 15 mila euro, cosi come la vittima aveva chiesto al tribunale adito. Con 25 mila euro l’uomo si sarebbe sbarazzato di Margherita simulando una rapina finita male. Il crimine però non paga.

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