In “trincea” al Pronto Soccorso: nuova aggressione a medico e infermieri a Imola

Un 27enne è stato arrestato dopo essersi scagliato contro i sanitari: non voleva che la compagna fosse sottoposta a un Tso.

Imola – I medici e gli infermieri italiani sono ormai in trincea. Devono difendersi da aggressioni e minacce continue: la scia di violenza negli ospedali è ormai all’ordine del giorno. Questa volta un uomo di 27 anni è stato arrestato dalla polizia dopo che, all’ospedale Santa Maria della Scaletta, a Imola nel Bolognese, ha assalito due infermieri e un medico. L’ennesima aggressione al personale medico è avvenuta domenica. Il 27enne non voleva che la compagna, una 24enne, venisse sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio.

L’uomo ha raggiunto l’ambulatorio dove era stata portata la donna, barricandosi all’interno e brandendo l’asta di una flebo. Giudicato per direttissima, è finito agli arresti domiciliari. Solo tre giorni fa la vittima dela furia violenta dei parenti dei pazienti era stata un’infermiera a Avellino. L’operatrice socio-sanitaria, che ha sporto denuncia, è stata bersagliata dalla familiare di un paziente ricoverato in pronto soccorso. L’infermiera era intervenuta in seguito alle proteste della donna alla quale aveva spiegato che l’attesa della visita era dovuta a casi più urgenti che avevano la precedenza. Ma quelle parole hanno scatenato l’ira della donna che ha prima aggredito verbalmente l’infermiera e poi fisicamente, provocandole ferite a un braccio e alle labbra.

E dieci giorni fa all’Ospedale Santo Spirito di Pescara una quarantina di persone, uomini e donne, avevano fatto irruzione nel reparto di Oncologia e preso d’assalto i corridoi insultando e minacciando pesantemente medici e infermieri. A scatenare il caos la morte di un 60enne, ricoverato in Oncologia per una grave patologia. Da qui un raid in piena regola con porte divelte, tavoli ribaltati e suppellettili gettati a terra; e solo l’intervento delle forze dell’ordine ha consentito di riportare la calma e ha permesso il trasferimento della salma in obitorio. Al termine delle indagini quattordici persone sono state denunciate e tre di queste condotte in carcere.

Le aggressioni ai medici e al personale sanitario negli ospedali, da Nord a Sud, sono ormai all’ordine del giorno. Nel 2023 – secondo i dati dell’Anaao-Assomed – le aggressioni sono state infatti ben 16mila, di cui un terzo fisiche e nel 70% dei casi verso donne. Secondo il sindacato degli infermieri, Nursing Up, “calci e i pugni sembrano essere addirittura finiti in fondo alla vergognosa classifica delle tipologie di violenza. Ai primi posti ci sono addirittura i tentativi di strangolamento, le tirate di capelli, i calci altezza volto stile arti marziali, mentre abbondano, all’insegna del terrore puro, le minacce di morte verbali e addirittura la comparsa di una pistola, per fortuna giocattolo, come avvenuto il 23 agosto scorso al Serd di Anzio.

Una lunga scia di violenza che ha spinto il ministro della Salute Orazio Schillaci, dopo una riunione con tutti gli Ordini professionali sanitari a ipotizzare una misura per arginare l’escalation: arresto in flagranza anche differito. “A breve ci sarà un confronto anche con le parti sindacali di categoria”, ha detto. Ma il tempo stringe e le aggressioni aumentano. Anche all’ospedale di Vibo, nei mesi scorsi, si sono verificati diversi casi di medici ed infermieri aggrediti da pazienti o da loro familiari. Ecco perché il prefetto Paolo Giovanni Grieco ha preso una decisione muovendosi in autonomia: l’esercito vigilerà sull’ospedale di Vibo Valentia. Decisione che rientra in un piano di rimodulazione dei servizi di vigilanza già operati dall’Esercito su obiettivi sensibili nel territorio vibonese nell’ambito dell’operazione ‘Strade sicure’.

Per chi assale i medici “ci sarà un provvedimento ad hoc”, annuncia il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ipotizzando l’arresto in differita per gli aggressori. “Ne abbiamo parlato anche con il ministero della Salute, non è più tollerabile. Non possono essere nel periodo di Covid degli angeli e fuori dal Covid dei lebbrosi che possono essere lasciati nelle mani di delinquenti, come si vede nei video di Foggia”. E aggiunge: “I tempi del provvedimento non sono certamente biblici, dovrà passare in Consiglio dei ministri e fare l’iter parlamentare, ma è un’urgenza per tutto il Paese che indigna la coscienza civile di tutti noi”.

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