La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro nei confronti di una società e sei indagati accusati di frode fiscale, truffa aggravata e utilizzo di crediti d’imposta fittizi finanziati anche con risorse PNRR.
Taranto – Il 16 settembre 2025 i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale ionico su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di una società a responsabilità limitata e di alcuni imprenditori e consulenti, indagati a vario titolo per frode fiscale e truffa aggravata. Per alcuni degli indagati la magistratura ipotizza anche l’associazione per delinquere.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo avrebbe fatto ricorso a fatture per operazioni inesistenti per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro. Attraverso queste condotte, tre società operanti nel settore della raccolta e trasformazione dei rifiuti – poi confluite in un’unica azienda – avrebbero evaso IVA e imposte dirette tra il 2017 e il 2022, ottenendo inoltre indebiti crediti d’imposta. Tra questi figurano crediti Industria 4.0 e crediti per investimenti nel Mezzogiorno (CIM), per un valore complessivo di circa 700mila euro, in parte alimentati con fondi del PNRR.
Il G.I.P. ha quindi disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati per un totale di oltre 3,4 milioni di euro, ritenuti profitto dei reati contestati. Contestualmente, è stato emesso un decreto di interrogatorio preventivo nei confronti di sei persone, per le quali la Procura ha richiesto l’applicazione di misure cautelari personali.
Le indagini della Guardia di Finanza proseguono per delineare nel dettaglio la rete di complicità che avrebbe permesso la frode e verificare eventuali ulteriori responsabilità.