Mattarella contro i dazi: “nuove nubi contro i protezionismi immotivati dei mercati”

Il Capo dello Stato, al 44esimo Forum cultura dell’olio e del vino, parla dell’importanza dei prodotti Dop e dei progressi agricoli.

Roma – Il rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi ha lanciato l’allarme sulle conseguenze per l’Italia dei dazi Usa che potrebbero avere un peso considerevole sulla nostra economia. E ora il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al 44esimo Forum cultura dell’olio e del vino, usa parole chiare: “Il futuro non si costruisce vivendo di nostalgie. Varrebbe anche per gratuite eventuali tentazioni di nostalgia alimentare: oggi i cibi sono sicuramente più salubri e controllati di un tempo. I progressi avvengono di rado per caso. Sono, piuttosto, frutto di intuizione, studio, determinazione, impegno, capacità di operare facendo sistema. L’agricoltura non fa eccezione. E, se oggi possiamo parlare di ‘Dop economy’, – prosegue il Capo dello Stato – lo dobbiamo alle scelte di ammodernamento operate agli albori della Repubblica e alla nascita delle Comunità Europee”.

“Si valuta che i prodotti Dop, cibo e vino, valgano intorno al 20% dell’intero fatturato agro-alimentare, di cui larga parte alimenta le correnti export, metà delle quali, a loro volta, sono rivolte fuori dalla Unione Europea. Sappiamo – ha aggiunto il Capo dello Stato – che la nostra Costituzione è l’unica del suo tempo a dedicare un articolo al settore primario e alle condizioni necessarie per promuoverne lo sviluppo: l’articolo 44″. “Il Trattato di Roma del 1957 che diede vita a quelle allora chiamate Comunità Europee, all’art. 39, poneva per la futura agricoltura del continente, alcuni obiettivi: incrementare la produttività agricola; assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, con il miglioramento del reddito di coloro che lavorano in agricoltura; stabilizzare i mercati; garantire sicurezza degli approvvigionamenti; assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori”.

“Con questi obiettivi – ha quindi sottolineato Mattarella – l’agricoltura divenne, e rimane, un motore dell’integrazione europea – non elemento di retroguardia da sussidiare – essendo, al contrario, una chiave per politiche, oltre che produttive, volte alla salvaguardia della salute dei consumatori e alla promozione dei territori e delle popolazioni in essi insediate”. “Nuove nubi sembrano addensarsi all’orizzonte, portatrici di protezionismi immotivati, di chiusura dei mercati dal sapore incomprensibilmente autarchico, che danneggerebbero in modo importante settori di eccellenza come quelli del vino e dell’olio – ha poi osservato il Presidente della Repubblica. – Misure come quelle che vengono minacciate darebbero, inoltre, ulteriore spinta ai prodotti del cosiddetto ‘italian sounding’, con ulteriori conseguenze per le filiere produttive italiane, non essendo immaginabile che i consumatori di altri continenti rinuncino a cuor leggero a rincorrere gusti che hanno imparato ad apprezzare”.

Per il Capo dello Stato “commerci e interdipendenza sono elementi di garanzia della pace. Nella storia la contrapposizione tra mercati ostili ha condotto ad altri più gravi forme di conflitto. I mercati aperti producono una fitta rete di collaborazioni che, nel comune interesse, proteggono la pace”. “Siete parte di quel che oggi l’Italia sa proporre con le sue eccellenze – ha infine detto Mattarella in chiusura di intervento -. Testimonianza della vitalità della sua società civile e delle sue forze produttive e le istituzioni devono essere a fianco dei vostri sforzi e del vostro lavoro. Grazie per quello che avete fatto e fate per qualificare la presenza italiana nel mondo”. Il rapporto Istat ha sottolineato che le minacce di dazi imposti dagli Stati Uniti “rivestono una importanza considerevole, perché negli ultimi quindici anni la crescita del nostro sistema produttivo è stata sostenuta prevalentemente dalla domanda estera, a fronte di una domanda interna debole o stagnante. Negli ultimi anni, in particolare, l’Italia ha orientato i propri flussi di export verso i mercati extraUE, soprattutto quello statunitense”.

“In particolare, nel periodo 2019- 2024 il mercato statunitense – dice il report – ha continuato ad accrescere il proprio peso sulle esportazioni di pressoché tutti i settori manifatturieri italiani, confermandosi prevalente negli Altri mezzi di trasporto, nella Farmaceutica e nelle Bevande e diventando il primo mercato di sbocco per i Macchinari (al posto della Germania). Ciò ha contribuito a generare un elevato surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti (circa 35 miliardi di euro nel 2024) che, congiuntamente a quello registrato dalla Germania (pari a oltre 85 miliardi di euro), rappresenta circa il 70 per cento dell’intero avanzo commerciale dell’UE verso tale paese”. 

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