Mattarella a Caivano: “Qui c’è una comunità importante, che ha a cuore il futuro dei ragazzi”

Il Presidente della Repubblica ha partecipato alla messa officiata da don Patriciello, che lo ha ringraziato: “Oggi possiamo dire che lo Stato è un signore distinto e non più distante”.

Napoli – Seconda e ultima giornata della visita privata del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Napoli. Dopo aver visitato ieri il Gesù Nuovo, Santa Chiara e il Museo di San Martino, questa mattina il capo dello Stato ha lasciato Villa Rosebery, la sua residenza ufficiale nel capoluogo campano, per recarsi al Parco Verde di Caivano. Qui ha partecipato alla Messa celebrata da don Maurizio Patriciello nella chiesa dei Santissimi Apostoli. All’arrivo, Mattarella è stato accolto dal prefetto di Napoli, Michele di Bari.

Al termine della celebrazione, il Presidente ha preso brevemente la parola, ringraziando il parroco per il suo impegno e rivolgendo un augurio speciale alla comunità, con un pensiero particolare per i giovani: “Caivano è una comunità importante – ha dichiarato – e i miei auguri sono non solo per il nuovo anno, ma soprattutto per il futuro dei bambini e dei ragazzi, su cui si fondano le speranze della vostra comunità”. Mattarella ha poi posato per una foto con don Patriciello ai piedi dell’altare, ricevendo l’affetto di molti fedeli.

Don Patriciello, visibilmente emozionato, ha commentato con sorpresa e gratitudine la visita del Presidente: “Mi avevano detto che sarebbe arrivato un ospite speciale, ma mai avrei immaginato che fosse Mattarella”. Il sacerdote ha ricordato le parole che il Presidente rivolse ai ragazzi di Caivano nel 2021, durante una visita al Quirinale: “Guardate avanti, abbiate coraggio, qualcosa di bello accadrà”. E ha aggiunto: “Ora qualcosa di bello sta davvero accadendo, nonostante le difficoltà che abbiamo attraversato”.

Con le sue parole, Mattarella ha trasmesso un messaggio di vicinanza e speranza, sottolineando che lo Stato è presente. “Per troppo tempo nelle periferie non si è visto lo Stato – ha spiegato il sacerdote – ma adesso la sua presenza è tangibile. In passato ho scritto che lo Stato era ‘un signore distinto ma distante’. Oggi possiamo dire che è un signore distinto, ma non più distante”. Patriciello ha concluso con un appello: “Nessuno deve sentirsi abbandonato. Siamo italiani, siamo europei, e abbiamo il diritto di sentirci parte di questa grande comunità”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa