Gli interrogativi sulla morte di Mario Bozzoli rimangono ancora senza risposte. Se il magistrato deciderà per il rinvio a giudizio dell'indagato alcuni aspetti della tragica vicenda potranno essere chiariti. In caso contrario la morte di Mario Bozzoli e dell'operaio Giuseppe Ghirardini rimarrà avvolta nel mistero.
Marcheno – Il 16 novembre scorso la Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio di Giacomo Bozzoli, 36 anni, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere per la morte dello zio Mario Bozzoli, 50 anni, scomparso nella sua fonderia l’8 ottobre 2015. Contro il giovane numerosi indizi e testimonianze a riprova degli elementi investigativi e del movente raccolti dagli inquirenti.
Mentre il Gup ha rinviato la decisione alla prossima udienza del 10 dicembre la difesa del giovane ha già chiesto il proscioglimento per mancanza di prove. Giacomo Bozzoli si è sempre professato innocente e nelle condizioni di non fare del male a nessuno, men che meno allo zio che, a suo dire, gli aveva insegnato i segreti del mestiere e a cui voleva bene. Gli elementi contro il nipote dell’imprenditore scomparso come un fantasma riguarderebbero in primis il sistema di videosorveglianza della fonderia.
Il puntamento delle telecamere sarebbe stato variato proprio il giorno della sparizione di Mario Bozzoli pertanto gli occhi elettronici non avevano rilevato nulla di importante. La procura aveva sospettato da subito che a girare altrove le telecamere fosse stato Giacomo Bozzoli:”… Gli unici che le utilizzavano erano proprio mio zio Mario – aveva detto Giacomo – mia zia e poi ovviamente le sapevamo utilizzare sia io che mio fratello Alex, ma non c’era nessun codice…”.
Altro indizio contro il nipote dell’imprenditore proviene dalla modifica di una dichiarazione resa dall’operaio senegalese Akwase Aboagye detto Abu. L’uomo avrebbe dichiarato, all’epoca come indagato, di avere visto Mario Bozzoli l’ultima alle 19.30 della sera della scomparsa. Giacomo Bozzoli infatti veniva ripreso da una telecamera mentre si allontanava in auto dalla fonderia intorno alle 19.27 dunque la ricostruzione riferita agli inquirenti dall’operaio scagionava chiaramente Giacomo.
Abu, riascoltato dagli inquirenti alcuni mesi addietro come persona informata sui fatti, avrebbe “ritrattato” la sua precedente dichiarazione anticipando il suo incontro con l’imprenditore alle 19.15 e mettendo nei guai Giacomo. Quest’ultimo infatti avrebbe avuto tutto il tempo di uccidere lo zio per poi uscire indisturbato dall’azienda. La Procura di Brescia sembra convinta che Mario Bozzoli sia stato ucciso nello spogliatoio della fonderia proprio in quel lasso di tempo.
Poi ci sarebbero le testimonianze di due donne. La ex fidanzata di Giacomo, Jessica Gambarini di 29 anni, e di una certa Vilma, una cubana di 36 anni, moglie di Geri, un amico di Giacomo Bozzoli. Entrambe ricostruivano per gli inquirenti un profilo dell’indagato tutt’altro che edificante:”…Sono stata fidanzata con Giacomo fino al 2011 – avrebbe riferito Jessica ai carabinieri – e mi aveva detto che i suoi rapporti con lo zio non erano buoni. Avrebbe voluto ucciderlo, ma per farlo serviva il delitto perfetto. Era un violento, una volta mi ha fatto finire in ospedale. Quando ho saputo che era scomparso suo zio Mario ho deciso di recarmi dai carabinieri…”.
Di contro il giovane si difende a spada tratta: ”…Quella signora l’ho conosciuta a fine 2009 in un locale – avrebbe aggiunto Giacomo durante un interrogatorio – e ci siamo frequentati per circa due anni, è stato un disastro. Era una mitomane, aveva solo un interesse: diventare famosa. Tanto è vero che ha fatto tutti i concorsi possibili e immaginabili… L’ho mollata dalla disperazione, mi faceva litigare con tutti, mi chiedeva denaro. Se non le davo la carta di credito per comprare le borse di Gucci, Louis Vuitton, guai! Ha detto che io le mettevo le mani addosso…Non ho mai fatto del male a nessuno…”.
La testimonianza più inquietante sarebbe però quella di Vilma: ”…Mi è spesso capitato di presenziare a discorsi tra Giacomo e Geri – avrebbe confessato la donna ai militari – sostanzialmente costituiti dalle lamentele di Giacomo nei confronti dello zio in merito all’attività della loro azienda… Giacomo non andava affatto d’accordo con suo zio Mario… E Geri gli rispose testualmente: risolviamo tutto, tranquillo vecio…”. Vilma rimaneva uccisa da un treno nei pressi di Monza nel 2018 mentre il marito Geri si rendeva irreperibile. Giacomo Bozzoli ha ancora tante cose da spiegare.
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