Schlein: “Un’enorme risposta di partecipazione dell’Italia che non tace”. Conte: “Questa è la piazza dell’umanità, contro uno sterminio sistematico che dura da 20 mesi”.
Roma – Secondo gli organizzatori erano 300mila i partecipanti alla manifestazione nella Capitale organizzata da PD, M5S e Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) per chiedere un cessate il fuoco immediato a Gaza e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Il corteo, partito da Piazza Vittorio e conclusosi in Piazza San Giovanni, ha visto in testa i leader Elly Schlein (PD), Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), uniti dietro lo striscione “Stop al massacro. Basta complicità”. La piattaforma dell’evento, basata su una mozione parlamentare congiunta, ha denunciato i crimini del governo Netanyahu e chiesto misure concrete come sanzioni, embargo sulle armi e la fine delle occupazioni illegali in Cisgiordania.
Una piazza per l’umanità
La manifestazione, definita da Schlein “un’enorme risposta di partecipazione dell’Italia che non tace”, ha radunato militanti dei tre partiti, associazioni come la Fondazione PerugiAssisi e l’AOI, e membri della comunità palestinese. Tra gli slogan più scanditi, “Palestina libera” e “Free Palestine”, accompagnati da bandiere palestinesi e arcobaleno della pace. Sul palco, interventi di figure come la giornalista palestinese Rula Jebreal, che ha definito Gaza un “genocidio”, e Iddo Elam, giovane israeliano che ha rifiutato il servizio militare per protestare contro Netanyahu.
Giuseppe Conte ha sottolineato: “Questa è la piazza dell’umanità contro uno sterminio sistematico che dura da 20 mesi. L’opinione pubblica italiana dice stop.” Nicola Fratoianni ha chiesto sanzioni e la sospensione dell’accordo UE-Israele, definendo il governo Meloni “codardo” per il suo silenzio. Angelo Bonelli ha respinto le accuse di antisemitismo: “Chiamare genocidio ciò che accade a Gaza è umanità, non politica.”
Polemiche e sicurezza
Nonostante il clima pacifico, certificato dalla Questura di Roma, la manifestazione ha suscitato critiche. La presidente delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, ha espresso preoccupazione per una narrazione percepita come unilaterale. Un flashmob pro-Israele si è tenuto al ghetto di Roma, con cartelli come “Liberate Gaza da Hamas”. Alcuni striscioni, come quello che accostava Netanyahu a figure storiche controverse, e slogan contro i media hanno alimentato tensioni. Il deputato PD Piero Fassino è stato contestato da una parte della piazza. Il piano di sicurezza, con deviazioni stradali e controlli ai caselli autostradali, ha prevenuto blitz delle frange più radicali. Gli organizzatori hanno ribadito l’assenza di spazi per l’antisemitismo, con Schlein che ha difeso il DNA del PD come “sempre contro l’antisemitismo”.
Un appello unitario per i referendum
La manifestazione si è chiusa con un appello al voto per i referendum su lavoro e cittadinanza dell’8-9 giugno, lanciato dai quattro leader sulle note di “Bella Ciao”, suonate da Paolo Fresu. La mozione congiunta, bocciata dal centrodestra il 21 maggio, chiedeva il riconoscimento dello Stato di Palestina, la liberazione degli ostaggi, aiuti umanitari e il rispetto del diritto internazionale. Più Europa ha aderito, ma Azione e Italia Viva, che il 6 giugno hanno organizzato un evento a Milano per “Due popoli, due Stati”, hanno chiesto invano di integrare punti come la condanna di Hamas e dell’antisemitismo.
Messaggio al governo Meloni
I leader hanno criticato l’inerzia del governo Meloni, accusato di “complicità” per non aver condannato le azioni di Israele. Schlein ha chiesto un’azione concreta: “Riconoscete lo Stato di Palestina, i palestinesi hanno diritto a vivere in pace.” La piazza, definita da Fratoianni “l’Italia migliore”, ha mandato un segnale chiaro: “Non vogliamo essere complici di un massacro