Il Dna ritrovato sulla statua e sul quadro è della presunta veggente. Nessun congegno nella Madonnina. Indagini chiuse, il caso approda in tribunale.
Civitavecchia (Roma) – Una super-perizia genetica firmata dal professor Emiliano Giardina, esperto già coinvolto nel caso Yara Gambirasio, ha stabilito che le tracce ematiche presenti sulla statua della Madonna di Trevignano e su un quadro raffigurante Cristo appartengono a Gisella Cardia (nome all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla), la presunta veggente che aveva attirato centinaia di pellegrini con le lacrimazioni di sangue della Madonnina.
Il documento, di 135 pagine, è stato depositato alla Procura e fa parte degli atti a sostegno delle indagini per truffa a carico di Cardia. Quattro campioni analizzati (guance della statua e volto/veste del quadro) sono risultati positivi al test Hexagon OBTI, confermando la natura ematica e umana delle sostanze. Tutte le tracce contengono esclusivamente il Dna di Gisella Cardia, nessuna traccia del marito Gianni Cardia, né di altri soggetti.
Il professor Giardina ha sottoposto i due oggetti a TAC a 128 strati: “Non è stata rilevata la presenza di eventuali meccanismi o artifici finalizzati alla fuoriuscita di liquidi”, si legge nella perizia. Questo esclude la presenza di dispositivi nascosti per simulare miracoli, lasciando però aperta la questione dell’origine intenzionale o accidentale delle lacrimazioni. La difesa di Cardia aveva ipotizzato la presenza di una traccia mista contenente Dna maschile (cromosoma Y), per “scagionare” l’indagata. Ma anche su questo punto la perizia è chiara: “Le analisi sul cromosoma Y hanno fornito profili parziali e non utili a fini comparativi”.
In parallelo, la GIP ha archiviato la denuncia per diffamazione contro Luigi Avella, ex fedele di Gisella Cardia, per dichiarazioni rilasciate sui social e in tv. Secondo il giudice, Avella ha esercitato il suo diritto di critica restando nei limiti della continenza del linguaggio.