L’uomo è morto subito mentre la moglie, colpita per prima dal marito, era rimasta miracolosamente in vita ma dopo cinque giorni di agonia le sue condizioni di salute sono precipitate ed è morta. Ancora troppe le armi da fuoco in casa di persone con gravi problemi di disagio che poi si rivelano insospettabili killer e suicidi.
CILAVEGNA (Pavia) – Due colpi di 357 magnum: il primo alla moglie che gli dormiva accanto ed il secondo per sé. Insieme nella tomba. In estrema sintesi è questo il tragico bilancio della duplice tragedia che ha colpito una famiglia di un piccolo comune lomellino, in provincia di Pavia.
Nel pomeriggio dello scorso 11 marzo, intorno alle 15 o giù di lì, Mauro Casazza, 67 anni, ex parrucchiere piuttosto conosciuto in paese, avrebbe prelevato dal suo contenitore una rivoltella Smith&Wesson, calibro 357 magnum, con la quale ha sparato alla moglie Pinuccia Contin, casalinga di 63 anni, che stava riposando sul letto matrimoniale. Il proiettile, sparato a bruciapelo sul capo, ha ferito gravemente la donna che ha perduto immediatamente i sensi ma non è morta sul colpo.
Subito dopo l’uomo avrebbe rivolto il revolver verso di sé sparando un secondo colpo che gli è stato fatale. Un paio di ore dopo, verso le 17, alcuni parenti della coppia, senza figli, preoccupati per il loro silenzio telefonico raggiungevano la loro villetta di via Carlo Pisacane 74, alla periferia del paese, e di concerto con i soccorritori del 118 ed i carabinieri della Compagnia di Vigevano facevano la macabra scoperta. I due corpi erano distesi sul letto in un lago di sangue. Per l’ex parrucchiere non c’era più nulla da fare mentre la moglie respirava ancora.
La donna dunque veniva immediatamente soccorsa e trasportata con l’elisoccorso presso il reparto di rianimazione dell’ospedale San Matteo di Pavia dove i medici hanno fatto di tutto pur di strapparla alla morte. Da sabato scorso le sue condizioni generali sono peggiorate sino al decesso, inevitabile, avvenuto nel pomeriggio di ieri.
L’arma del delitto, di grosso calibro e utilizzata solitamente da esperti, è stata ritrovata accanto al cadavere dell’uomo e pare fosse regolarmente denunciata e detenuta con porto d’ami per uso sportivo. Ma che cosa può aver provocato il duplice evento delittuoso? Le indagini dei carabinieri sono in corso, coordinate dalla Procura pavese, e sono volte soprattutto ad individuare il movente della drammatica vicenda che alcune indiscrezioni farebbero risalire ad uno stato di forte depressione dell’uomo sfiancato anche dalla continua e stressante assistenza alla moglie ammalata da tempo.
Pare che l’ex parrucchiere, che aveva la sua bottega nel centro storico di Cilavegna, una volta in pensione avesse modificato il suo carattere diventando meno espansivo e più introverso. Poi la malattia della moglie, sempre a sentire le indiscrezioni, lo avrebbe stremato dunque Mauro Casazza avrebbe deciso di “eliminare” per sempre le sofferenze della moglie e quelle proprie ormai diventate insopportabili:
”Siamo attoniti – ha detto il sindaco Giovanna Falzone – sono sempre state persone tranquille, che facevano parte della nostra società. Lui ha lavorato una vita come parrucchiere, era andato in pensione, aveva i suoi hobby ed aveva molti amici. C’è grande sgomento in tutta la cittadinanza, non ci sono parole”.
La coppia viveva insieme da molti anni ed aveva superato diverse difficoltà come un grave incidente occorso a Pinuccia Contin, anni addietro, che l’aveva costretta a letto per diversi mesi. La donna, con l’aiuto puntuale del marito, si era poi ripresa ma evidentemente le sue condizioni di salute non erano di certo ottimali. Infatti dall’estate scorsa i due coniugi non si facevano più vedere in giro perché lei aveva presumibilmente bisogno di riposo e non se la sentiva di uscire anche per una passeggiata.
Poi il tragico epilogo senza alcun preavviso. I due spari, per altro, non avrebbero attirato l’attenzione dei vicini di casa, probabilmente perché il rumore dei colpi esplosi sarebbe stato attutito dalla distanza ravvicinata dei colpi esplosi e dalle mura della camera da letto. La villetta e l’arma del delitto sono state poste sotto sequestro. L’ennesimo episodio di morti ammazzati con un fucile o una pistola legalmente detenuti, a qualsiasi titolo, rimette in discussione il grosso problema delle troppe armi da fuoco in mano a soggetti che poi si rivelano insospettabili assassini e suicidi.