La più grande piantagione di cannabis mai scoperta prima d'ora. Le fiamme gialle proseguono le indagini per identificare mediatori e pusher a cui era destinato lo stupefacente una volta raccolto.
Lodi – La Guardia di Finanza di Lodi ha sequestrato un ettaro di terreno coltivato a cannabis. Denunciati due ventenni per produzione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti e per intermediazione illecita di manodopera. L’azienda ufficialmente coltivava cannabis light, un’attività legittima se la quantità del Thc ovvero il principio attivo nelle piante rientra nel range dei limiti di legge stabiliti entro lo 0,6%.
Su molte piante delle 115.800 presenti sul campo detto valore raggiungeva una percentuale più che doppia dunque le piante erano veri e propri germogli di marijuana la cui coltivazione rappresenta un reato. I due titolari dell’appezzamento agricolo non sono stati in grado di produrre ai finanzieri la relativa documentazione contabile, obbligatoria per legge, che avrebbe permesso di verificare gli acquisti e la natura della semente utilizzata oltre a ricostruire la filiera agroindustriale.
Per coltivare lo stupefacente, per altro, sono stati impiegati lavoratori extracomunitari irregolari e pagati in nero che venivano sottoposti a orari di lavoro massacranti e tenuti in condizioni igieniche precarie in locali fatiscenti. Detti lavoratori erano sotto il controllo di caporali come spesso accade in questi casi:
“…Si tratta della più grande piantagione mai vista in Italia – ha evidenziato il comandante della Guardia di Finanza di Lodi, Vincenzo Andreone – la raccolta nel campo avrebbe permesso di ottenere oltre 10 tonnellate di sostanza stupefacente da destinare poi al mercato illegale…”. Le indagini della Fiamme Gialle proseguono per individuare eventuali mediatori e spacciatori a cui l’erba era destinata.