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Lo “stillicidio” dei suicidi in carcere, dal 10 al 12 luglio tre giorni di sciopero dei penalisti

L’Unione camere penali indice l’astensione e una manifestazione a Roma per tornare a denunciare la “condizione inumana dei detenuti”.

Roma – Tre giorni di sciopero e una manifestazione nazionale a Roma per tornare a denunciare la
“condizione inumana dei detenuti” e l’incessante stillicidio di persone che, ristrette nelle carceri del nostro Paese, pongono fine alle loro insopportabili condizioni di sofferenza togliendosi la vita con una frequenza impietosa e al contempo impressionante”. Lo annuncia l’Unione delle Camere penali, la cui Giunta ha deliberato l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria dal 10 al 12 luglio prossimi.

I penalisti ricordano che dal 29 maggio – giorno in cui ha preso il via la loro ‘maratona oratoria’ che proseguirà fino al 10 luglio in tutta Italia – a oggi “abbiamo dovuto aggiornare ben otto volte la drammatica conta dei suicidi in carcere, tra cui gli ultimi quattro nel corso dell’ultimo fine settimana” e richiamano il documento del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa in cui si “constata con grande preoccupazione che le misure adottate finora dalle autorità non sono riuscite ad arrestare l’allarmante tendenza negativa dei suicidi in carcere”.

Non solo: i vertici delle Camere penali affermano che “la magistratura associata ha, nei giorni scorsi, rifiutato di sottoscrivere insieme all’Ucpi un documento nel quale si richiedeva al Governo di assumere misure urgenti per la deflazione carcerariae che “pur a fronte del costante e rapido aumento del sovraffollamento degli istituti di pena, dobbiamo costatare che la stessa magistratura non è disposta a fare ricorso solo in casi veramente eccezionali alla misura della custodia cautelare in carcere, ad applicare in modo esteso le
pene sostitutive introdotte dalla riforma Cartabia e a riconoscere benefici penitenziari sulla base di criteri che
tengano conto delle condizioni inumane di detenzione”.

La situazione del sovraffollamento carcerario “appare ingravescente – scrivono ancora i penalisti nella loro delibera di Giunta – anche in considerazione della legislazione carcerocentrica e securitaria adottata dal Governo, che ha finanche determinato un incremento mai registrato di ingressi nelle carceri minorili
anch’esse poste in condizioni di grande sofferenza con ovvie ricadute sotto il profilo della sicurezza”.

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