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Lo SPID va in pensione? Al suo posto ecco l’Identità Digitale Europea

Dopo un travaglio non indifferente sembra già giunta al termine la parabola dello SPID, sostituito dalla Carta d’identità elettronica. Ma al vaglio c’è un ulteriore passo in questo ambito, a livello continentale.

Roma – Ultimamente il Governo ha proposto l’eliminazione dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, una chiave di accesso ai servizi digitali delle amministrazioni pubbliche. Al suo posto arriva la CIE, Carta d’Identità Elettronica che, d’altronde, è già abbastanza diffusa tra gli italiani.

Lo SPID ha avuto il suo momento di gloria, se così si può dire, durante la pandemia, quando si era rintanati in casa a causa del lockdown, grazie al cashback di Stato, un provvedimento che prevedeva un rimborso del 10% ai consumatori, con successivo bonifico, su acquisti fatti con modalità elettronica. Inoltre, a favorire la diffusione dello SPID ci ha pensato, anche, l’App IO della Pubblica Amministrazione, atta a integrare tutti i servizi pubblici in modo da semplificarne l’accesso. I recenti dati ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) ci informano che quasi il 50% dei cittadini italiani possiedono SPID e CIE, a dimostrazione di un Paese che si sta avviando verso la digitalizzazione.

Oltre alla proposta del Governo italiano, c’è da segnalare quella della Commissione europea che ha in cantiere l’idea di un’identità digitale europea a favore di cittadini e imprese. Di fatto l’European Digital Identity tende a rappresentare un’estensione della Carta d’Identità Nazionale elettronica, riconosciuta, ormai, in tutti i Paesi dell’Unione Europea (UE). Uno degli scopi principali è la realizzazione di un portafoglio d’identità digitale europeo, utilizzabile con un’App per smartphone e altri dispositivi. In questo modo si favorirà l’identificazione sia online che offline, lo scambio di informazioni e il loro utilizzo in tutti gli Stati. Recenti studi a cura della Commissione Europea hanno evidenziato che il 60% dei cittadini europei utilizzano le identità elettroniche nazionali, ma solo il 14% di essi rende possibile l’autenticazione oltre confine. Ad esempio il nostro SPID è autenticato in Italia, ma non in uno degli Stati membri.

L’intento è di permettere con l’identità elettronica europea di accedere ai servizi pubblici europei. Si potranno ottenere certificati medici, presentare dichiarazioni dei redditi e tutte le necessità di cui si ha bisogno. Inoltre, gli utenti avranno a disposizione una dashboard, una postazione che consente di gestire e visualizzare i propri dati personali e controllare l’uso dell’identità. A tale scopo la Commissione europea ha pubblicato una sorta di vademecum, una cassetta degli attrezzi per realizzare gli obiettivi. Oltre a questo, nel corso di quest’anno, partiranno i primi progetti pilota. Si punta a servirsi dell’identità digitale europea per archiviare la patente di guida, quella professionale, le piattaforme eHealth per la salute digitale e le credenziali educative. Per fare questo, si è in attesa di una normativa ad hoc, che ne dovrà regolamentare l’utilizzo e punirne eventuali abusi.

L’imperatore Augusto, padre della locuzione “alle calende greche”.

Ora, non resta che aspettare quando verrà soppresso lo SPID. Conoscendo i tempi biblici della burocrazia e della politica italiana, l’atto non potrà che essere effettuato alle calende greche. La locuzione assume il significato di “mai” ed è attribuita all’imperatore Augusto che la soleva utilizzare per indicare persone che non intendevano saldare un debito. Il “mai” deriva dal fatto che le calende esistevano solo nel calendario romano, il primo giorno di ogni mese, non in quello greco. Quindi, col tempo, calende greche ha assunto il significato di una data inesistente.

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