Cinque giovani arrestati per la violenta aggressione che ha causato danni permanenti a un ragazzo di 21 anni.
Milano – Nella notte tra l’11 e il 12 ottobre, un ragazzo è stato vittima di un’aggressione brutale nella zona della movida milanese, nei pressi di corso Como. Lo studente universitario della Bocconi ha riportato ferite gravissime che gli hanno compromesso definitivamente la mobilità di un arto inferiore.
L’episodio si è consumato intorno alle tre del mattino in via Rosales. Il giovane ha incrociato per caso un gruppo di cinque ragazzi che hanno iniziato a prenderlo in giro, approfittando del suo stato di alterazione alcolica. La situazione è precipitata rapidamente: la vittima è stata malmenata violentemente e derubata di una somma di denaro.
Nel tentativo di riavere i soldi sottratti, il ragazzo ha inseguito il gruppo. È stato a quel punto che uno degli aggressori ha estratto un coltello, colpendolo due volte. Le coltellate hanno raggiunto zone critiche del corpo, causando il danneggiamento di un’arteria e lesioni al midollo osseo. I medici hanno successivamente confermato che i danni riportati comportano un’invalidità permanente.
Le forze dell’ordine hanno identificato e arrestato i responsabili: si tratta di cinque ragazzi della zona brianzola, di cui tre minorenni e due maggiorenni. Alcuni di loro avevano già avuto problemi con la giustizia per reati minori. Le autorità li descrivono come un gruppo coeso e affiatato.
Le accuse formulate dal giudice per le indagini preliminari comprendono tentato omicidio aggravato e rapina aggravata, con contestazione del concorso di persone.
Ciò che ha particolarmente colpito gli investigatori è stata l’attitudine degli arrestati nei giorni successivi al fatto. Attraverso i messaggi intercettati sulle piattaforme social, i ragazzi hanno commentato l’accaduto con leggerezza e cinismo. Hanno fatto riferimento a filmati dell’aggressione e discusso della possibilità di condividerli online.
Anche dopo essere stati informati della gravità delle condizioni della vittima, non hanno dimostrato alcun segno di pentimento o preoccupazione. Al contrario, alcuni messaggi contenevano espressioni sprezzanti e proposte di finta solidarietà.
Il Commissariato Garibaldi-Venezia ha condotto le indagini raccogliendo testimonianze, filmati e conversazioni digitali. Durante le perquisizioni domiciliari sono stati rinvenuti indumenti e un’arma da taglio compatibile con quella utilizzata durante l’aggressione.