Secondo il “Barometro del primo impiego” 2025 di LinkedIn, l’Italia è fanalino di coda in Europa per occupazione dei neolaureati. Il Mezzogiorno resta escluso dalle opportunità.
Il mercato del lavoro italiano manifesta i suoi punti dolenti. Le aziende sono alla forsennata ricerca di laureati nelle facoltà tecniche, ma la domanda è inferiore all’offerta. Il numero dei laureati è tra i più bassi tra i Paesi europei e di quella quota che raggiunge l’agognato titolo di studio, una buona parte emigra all’estero per le condizioni economiche più vantaggiose ma, anche per le allettanti possibilità di carriera e di vita. In patria ne resta una bassa percentuale, insoddisfatta per i bassi stipendi e per le prospettive molto nebulose.
A ciò si aggiunge che i neo laureati italiani impiegano più tempo, rispetto ai loro colleghi degli altri Paesi, a trovare il primo lavoro. LinkedIn -un servizio web di rete sociale, gratuito, impiegato principalmente nello sviluppo di contatti professionali e nella diffusione di contenuti specifici relativi al mercato del lavoro- ha diffuso l’edizione 2025 del “Barometro del primo impiego”. Una sorta di vademecum sui settori e le zone geografiche più attraenti per i neolaureati italiani, nato con lo scopo di offrire uno strumento utile per districarsi nel complesso mercato del lavoro.

I dati più recenti sull’occupazione si riferiscono al 2023, da cui si deduce che la percentuale di neolaureati che riesce nell’impresa di impiegarsi è del 67,5%. E’ la quota più bassa anche confrontando i dati con Stati come Grecia, 72,3% e Romania (74,8%), che non sono certo considerati al top. Se si guardano i dati di Germania, Paesi Bassi e Malta, le percentuali sono, rispettivamente, del 91,5%, 93,2% e 95,8%. Cifre allo stato attuale irraggiungibili e che costituiscono un miraggio.
Tra gli iscritti a LinkedIn è emerso che, tra quelli in possesso di una laurea triennale, i settori più seducenti per i giovani sono stati: Marketing specialist; Project manager; addetto alle vendite; Software engineer; insegnante. Sono in forte crescita anche i settori dell’operations management, arte e design. Mentre per i possessori di lauree magistrali i lavori più ammalianti sono stati: ingegnere dell’intelligenza artificiale; responsabile delle vendite; psicologo; architetto; specialista HSE, ossi esperto in salute, sicurezza, ambiente. Invece, gli ambiti che acquisiscono con celerità i laureati magistrali restano l’istruzione, i servizi di alloggio e ristorazione, finanza.

Anche da questa indagine è emersa una distribuzione diseguale delle opportunità sul territorio nazionale. Ad esempio alcune città universitarie come Roma, Milano, Torino, offrono più opportunità a chi ha conseguito la laurea triennale anche dopo gli studi. Per i laureati con titolo magistrale le città più generose sono Milano, Roma, Firenze. Comunque il copione sembra essere sempre lo stesso. Anche in questo studio è venuto fuori che sono le grandi città, Roma e Milano ad essere poli di attrazione per i neolaureati. Inoltre, il Mezzogiorno d’Italia continua ad arrancare, contribuendo ad allargare la forbice col Centro-Nord.
Le prospettive è più facile che peggioreranno, in quanto il processo innescatosi sembra irreversibile. Sono decenni, ormai, che i giovani continuano ad emigrare al Nord del Paese o all’estero, in cerca di lavoro. Così come molti laureati, depauperando ancora di più un territorio di per sé già problematico. Resteranno solo vecchi e operatori turistici, fino a quando luoghi e paesaggi, marini e montuosi, di una bellezza mozzafiato, saranno scelti per villeggiare. Come una sorta di dépendance, buona da utilizzare per le vacanze, ma che, per il resto, è solo deserto in tutte le accezioni!