Le norme per rendere la Gestazione per altri “reato universale”, approvate in via definitiva, sono in Gazzetta ufficiale dal 18 novembre.
Roma – Dal 18 novembre la legge sulla maternità surrogata è in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il disegno di legge che fa della gestazione per altri un ‘reato universale’, punibile anche per chi ne fa ricorso all’estero, era stato approvato in via definitiva dal Senato 16 ottobre scorso. Una legge molto discussa e oggetto di numerose contestazioni politiche – e non solo, 50 coppie sarebbero pronte al ricorso – che stabilisce che realizzare, organizzare o pubblicizzare tali attività si configura come un delitto, punito con la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro. Ma qual è la situazione nel resto del mondo?
In 66 fra Paesi e Stati la Gpa è regolamentata e permessa o nella forma solidale, ovvero altruistica e gratuita, o nella forma a pagamento. In certi casi è previsto il ricorso ad entrambe le forme e alcuni Paesi/Stati, pur legalizzandola, hanno imposto restrizioni come il ricorso esclusivo a coppie eterosessuali e a soggetti con gravi patologie. In altri, invece, viene riservata solo ai cittadini per evitare il cosiddetto “turismo procreativo”. Tra i primi Paesi a disciplinare la maternità surrogata c’è stata la Georgia, che l’ha regolamentata fin dal 1992. Le pratiche, chiare, non restrittive e a costi anche accessibili, sono però soltanto a disposizione delle coppie eterosessuali. In Europa sono diversi i Paesi nei quali la maternità surrogata è legale: tra questi ci sono Danimarca, Belgio, Ungheria, Bulgaria e Paesi Bassi. In molti si tratta di una pratica “non retribuita” oppure “altruistica”.
In Irlanda è stato approvato di recente l’Assisted Human Reproduction Bill, che disciplina le donazioni e tutte le norme di ambito medico, dalla fecondazione in vitro alla manipolazione di gameti ed embrioni. In Portogallo è permessa solo a fronte di gravi problemi di salute. Anche nel Regno Unito la Gpa è consentita in forma gratuita, come in Grecia dove è legale dal 2002 e dove si fornisce anche una solida protezione legale agli aspiranti genitori. La pratica in tribunale, solitamente formale, prevede infatti specifici requisiti come la relazione eterosessuale o l’essere una donna single, oltre all’avere meno di 50 anni per le donne che stipulano il contratto. Tra quelli che vietano la Gpa ci sono Francia, Spagna, Germania e Norvegia.
Diversificata invece la situazione negli Stati Uniti, dove la materia è affidata ai singoli Stati: si va da quelli più permissivi – come California, Illinois, Arkansas, Maryland, Washington DC, Oregon e New Hampshire – a quelli dove la pratica è molto regolamentata, come nello Stato di New York, fino ad altri che permettono solo l’altruistica (come Louisiana, Michigan, Nebraska e Virginia). In Australia la maternità surrogata è solitamente accettata anche se con alcune differenze, visto che alcune giurisdizioni prevedono solo quella retribuita e altre, invece, quella altruistica (tra questi ci sono Australia Meridionale, Australia Occidentale, Canberra, Nuovo Galles del Sud, Queensland, Tasmania, Territori del Nord e Victoria). Anche in Canada la maternità surrogata è legale, ma con alcune restrizioni: è infatti consentita solo la Gpa altruistica ed è quindi vietato pagare una madre surrogata, al netto dei possibili rimborsi legati a spese mediche e altri costi legati alla gravidanza.
Più rigide invece le leggi in Messico, meta popolare un tempo per la maternità surrogata retribuita, attrattiva per molte coppie internazionali grazie alle infrastrutture mediche di qualità e ai costi più accessibili. Tuttavia, negli ultimi anni, il Messico ha introdotto leggi più restrittive e regolato maggiormente il processo. Anche l’Ucraina per molto tempo è stata una delle mete preferite per la Gpa, grazie alle leggi liberali adottate nel corso del tempo. La pratica, aperta alle sole coppie eterosessuali, prevede anche il riconoscimento legale dei genitori intenzionali e il divieto di diritti dei genitori surrogati sul bambino nato. In Russia la Gpa è consentita sia in forma commerciale che solidale per coppie eterosessuali sposate e donne single, ma è vietata per coppie omosessuali.
La proposta di legge italiana va a modificare l’articolo 12 della legge n. 40 del 2004 che al comma 6 parla della “commercializzazione di gameti o di embrioni e alla surrogazione di maternità”, stabilendo che realizzare, organizzare o pubblicizzare tali attività si configura come un delitto, punito con la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro. La differenza sostanziale, rispetto al passato, è che la giurisdizione italiana interviene anche se la surrogazione di maternità è avvenuta all’estero, persino in quei Paesi dove tale pratica non sia vietata. La legge sulla gestazione per altri (Gpa) per Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, “rende finalmente effettivo ed efficace per i cittadini italiani il divieto di utero in affitto, ci pone all’avanguardia fra le nazioni sul fronte dei diritti“.
“Le persone non sono oggetti, i bambini non si comprano e non si possono vendere o affittare parti del corpo umano. È un criterio di rispetto e civiltà, che la legge italiana ha sempre seguito, e che vogliamo continuare a seguire. Il Parlamento, con il sostegno convinto del governo, oggi ha riaffermato che la genitorialità non può diventare un contratto commerciale. Questa semplice verità – ha fatto notare Roccella – già contenuta nel nostro ordinamento che punisce come reato la pratica aberrante dell’utero in affitto, non potrà più essere aggirata“. La ministra ha poi sottolineato – dopo l’approvazione – che il “medico, così come il pubblico ufficiale, è tenuto a segnalare alla Procura i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata. Spero che l’applicazione della legge abbia un effetto fortemente dissuasivo”, ha concluso ricordando che “in Italia c’è una procedura che protegge i minori e assicura la possibilità al compagno del genitore biologico di essere riconosciuto come genitore”.