Mentre non si placano le polemiche per le dichiarazioni di Berlusconi sulla guerra in Ucraina, l’Italia deve fare i conti con una situazione economica che sta diventando sempre più insostenibile per le famiglie.
Roma – Il presidente ucraino Zelensky maledice Berlusconi? Il capo dell’esercito di Kiev non nasconde il suo fastidio per le dichiarazioni con le quali il Cavaliere, la scorsa settimana, aveva criticato la sua decisione di non procedere con un cessate il fuoco per uscire dalla guerra. “Credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia” ha detto Zelensky a seguito del soliloquio di Berlusconi.
L’occasione per parlarne è stata la conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio e alleato politico di Berlusconi, Giorgia Meloni, in visita in Ucraina. Meloni stessa ha smorzato i toni, ricordando come la sua maggioranza e Forza Italia, in particolare, si sia “sempre schierata con Kiev”. Da Berlusconi nessuna replica ufficiale. Intanto, la situazione economica comincia a diventare off limits. Si attendono, dunque, dal Governo, politiche fiscali più incisive, volte ad aumentare il reddito disponibile. Ma sono indispensabili, soprattutto, i rinnovi di tutti i contratti collettivi di lavoro scaduti, con importanti aumenti delle retribuzioni. Infatti, quasi 6 milioni di lavoratori attendono il rinnovo, in alcuni casi da più di 5 anni.
Neanche la pandemia aveva ridotto la storica tendenza degli italiani a risparmiare. Ci sono riusciti l’inflazione e il carovita che hanno invertito la tendenza e portato ad una erosione dei conti correnti delle famiglie. È quanto emerge da una ricerca della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), il maggior sindacato del settore. Così, dopo 4 anni di costanti aumenti, nel 2022 il saldo totale dei conti correnti delle famiglie è diminuito di quasi 20 miliardi di euro. In più si registra un incremento dei prestiti per il consumo e una tenuta dei finanziamenti personali. Nel complesso l’ammontare dei prestiti per entrambe le categorie a fine 2022 si è attestato a 256 miliardi di euro, in crescita rispetto a gennaio dello stesso anno (+1,5 %) e superando la tendenza al costante aumento dal 2017, pari all’1,2%.
I numeri di crescita del mondo dei prestiti finalizzati e non finalizzati arrivano come uno schiaffo rispetto a quelle che sono le condizioni di mercato, perché non sono certamente i bassi tassi di interesse a spingere le richieste, ma la crescente propensione a rateizzare gli acquisti, che rende contraddittorio il rapporto che gli italiani hanno con economia e risparmio. Ciò è almeno quanto evidenzia l’analisi. Nei soli 11 mesi del 2022 la richiesta di prestiti al consumo non si è ridimensionata ed è aumentata di ben 5 miliardi di euro, con un tasso di crescita prossimo al 5% e ben superiore anche all’incremento medio dei mutui per l’acquisto di casa (3,8%). Insomma, se la tendenza alla crescita dei prestiti personali e del credito al consumo dovesse proseguire:
“La sostenibilità finanziaria delle famiglie italiane potrebbe essere messa a rischio dal peso ancora più influente di rincari e dei tassi crescenti, con conseguenze sociali che corrono il rischio di diventare preoccupanti per quelle famiglie il cui ricorso al credito è già lo strumento per far fronte alle spese di istruzione, spesa, viaggi, sport, famiglia e bollette” spiega la Fabi.
Confindustria, invece, sostiene che “l’attività economica è su livelli migliori di quanto ci si attendesse, come confermato dagli indici di Borsa in recupero”. Come al solito, però, neanche una citazione per i salari, che forse per gli industriali non esistono. Per l’associazione degli industriali stavolta vi è stata una “tenuta del potere d’acquisto totale delle famiglie”. Ma se consideriamo che insieme all’aumento delle bollette, al prezzo del gas, del carburante, dei generi alimentari e di ogni altro acquisto, oltre all’inflazione che sta depauperando anche ogni risparmio, le famiglie a dir poco sono sull’orlo di un abisso sociale senza precedenti. Se si perde la fiducia e la speranza resta ben poco. Per questo il Governo deve predisporre un piano programmatico, industriale, di ampia portata.