L’Iran conferma l’arresto di Cecilia Sala: “Ha violato la legge islamica”

“È stata arrestata il 19 dicembre. Il suo caso è sotto inchiesta”, dice Teheran. Intervengono gli Usa chiedendo il rilascio immediato.  

Roma – L’Iran ha confermato l’arresto di Cecilia Sala. Lo riferiscono i media di Stato. “La cittadina italiana è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran. Il suo caso è sotto inchiesta. L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia”, ha fatto sapere in una nota il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran.  

“La politica del ministero è sempre stata quella di accogliere le visite e le attività legali dei giornalisti stranieri, aumentare il numero di media stranieri nel Paese e preservare i loro diritti legali”, prosegue il comunicato, citato da Irna. “È stato aperto un fascicolo sulla cittadina italiana Cecilia Sala, e sono attualmente in corso le indagini. Il suo arresto è avvenuto in base alla normativa vigente. Saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario”, ha aggiunto. Per ottenere la liberazione di Cecilia Sala si è mossa subito anche la Farnesina e anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni segue “con costante attenzione la complessa vicenda fin dal giorno del fermo.

Cecilia Sala

Ieri sera il vicepremier Antonio Tajani, ospite su Rete 4, aveva spiegato: “la nostra ambasciatrice a Teheran è andata al ministero degli Esteri iraniano, ha incontrato il viceministro degli Esteri, il quale ha detto che ancora non è stato formulato il capo di imputazione per Sala. E appena la giustizia iraniana lo comunicherà agli Esteri, verrà detto per quali motivi è stata arrestata”. Proseguono serrate le trattative per il rilascio, ma sui tempi Tajani ha aggiunto: “Sono quelli che sono, ma abbiamo notato una certa disponibilità soprattutto per quello che riguarda il trattamento di Cecilia. Il dialogo è aperto. Stiamo lavorando per riportarla a casa il prima possibile. Non sono ipotizzabili” tempi di rilascio, “la trattativa è molto delicata, non è facile. Noi facciamo tutto il possibile affinché i tempi siano brevi, però non dipende da noi”.

Per il rilascio della reporter 29enne si sono mossi anche gli Stati Uniti, che hanno chiesto a Teheran il “rilascio immediato e incondizionato” di tutti i prigionieri che il regime usa come “leva politica”. Intanto, il legale di Mohammad Abedini Najafabadi – il cittadino iraniano bloccato il 16 dicembre su ordine della giustizia americana all’aeroporto milanese di Malpensa – ha chiesto i domiciliari. E c’è l’ipotesi di “triangolazione” per lo scambio di detenuti.

L’Italia sta anche valutando se ci sono i presupposti per l’estradizione di Mohammad Abedini, in esecuzione di un mandato di cattura internazionale. Gli Stati Uniti chiedono l’estradizione di Abedini, tecnico coinvolto nel programma di droni di Teheran, perché lo ritengono coinvolto in un attentato in Giordania nel quale morirono tre soldati statunitensi.

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