Linguaggio 4.0: Ma anche il corsivo si parla?

Il linguaggio sta vivendo una stagione di forte rinnovamento a causa dei social network. Tra gli ultimi trend anche il corsivo parlato. L’evoluzione della comunicazione continuerà ad essere così frenetica? Dove arriveremo?

Roma – Prima il corsivo era solo scritto, ora è anche parlato! Sembrano cose dell’altro mondo. I social stanno rivoluzionando soprattutto il linguaggio. Ciò che fino ad un attimo prima era consolidato dalla tradizione e dalla consuetudine, ora prende strade diverse. Ad esempio il corsivo un tempo era un modo di scrivere ed uno stile di scrittura, contraddistinto da una leggera inclinazione delle lettere verso destra. Nasce per imitare la scrittura a mano.

Oggi, invece, lo si può, finanche parlare. Uno immagina che bisogna esercitarsi a compiere delle strane contorsioni con la bocca per pronunciare sillabe e parole inclinate, con possibili ricadute sulla mascella e sulla mandibola, con effetti finali sull’apparato dentario. Con quello che costano i dentisti al giorno d’oggi! Ed invece niente di tutto questo.

Il fatto è che le nuove generazioni sono un tutt’uno con gli smarthphone ed i social, in modo tale da creare nuovi modi di esprimersi che lasciano sbalorditi gli adulti. Una delle ultime novità è giunta da TikTok, il social cinese che sta spopolando negli ultimi tempi, è il nuovo modo di parlare in corsivo.

Si tratta in realtà di una presa in giro della cadenza milanese messa in atto da alcune ragazze sui video attraverso i quali vengono espressi pareri su discoteche, aperitivi alla moda e confessioni tra amiche. Più in dettaglio è uno slang condito di abbreviazioni, vocali chiuse e sillabe strascicate che producono alla cadenza quel tocco in più in stile meneghino.

Lo scopo sarebbe poi quello di mettere alla berlina la cadenza tipica milanese, allungando le sillabe finali, chiudendo le o, per recitare, alla fine, una sorta di cantilena. Questo nuovo modo di comunicare, grazie al web, si è sviluppato in un battibaleno, tanto è vero che su TikTok si è trasformato in un vero trend da mesi.

In partenza era una semplice presa in giro dello stile di vita delle influencer, ma il successo definitivo è scaturito da un episodio del programma televisivo Il Collegio, andato in onda su Rai1. Narra le vicende di un gruppo di adolescenti che viene sottoposto alle cure di un corpo docente dai metodi educativi all’antica all’interno del collegio bergamasco Celana di Caprino Bergamasco.

In questa location sono state trasmesse le prime quattro edizioni, dal 2017 al 2019. Dal 2020 la storia si dipana nel Convitto Nazionale Regina Margherita di Anagni, nel Lazio. In una puntata della trasmissione, il cui tema aveva l’eloquente titolo di: biscottini-gate, due ragazze del Collegio hanno iniziato a disquisire con questa cadenza particolare che è diventata subito virale, quasi una nuova lingua. I primi tentativi di comunicare in questo modo risalgono, però, a qualche anno addietro. E’ stata la musica, infatti, a lanciarsi in questa sorta di nuovo vernacolo.

Convitto Regina Margherita ad Agnani, set dello show “Il collegio”

Gli esponenti di maggiore spessore sono stati Tha Supreme e Sangiovanni. Il primo è un rapper italiano, il secondo un cantante. Il fenomeno è diventato talmente travolgente che ha scatenato l’interesse dell’opinione pubblica. Inoltre, visto l’andazzo, c’è chi ha fiutato l’affare. Sempre su TikTok, infatti, sono presenti molti tutorial che con le loro lezioni trasferiscono agli utenti inesperti gli strumenti idonei per iniziare a maneggiare il nuovo linguaggio.

Questa sorta di insegnanti utilizzano l’invito: Listen and repeat, ovvero: ascolta e ripeti. Indubbiamente, è probabile che grazie ai social potranno sorgere nuovi linguaggi e nuovi stili che le successive generazioni diffonderanno grazie alla velocità della rete, del metaverso o che diavolo verrà in futuro. Il rischio che si corre, non è tanto la formazione di nuovi linguaggi o stili di vita, fanno parte della storia degli uomini, ma l’estrema rapidità di scomparire al cospetto della novità, senza tracciare traccia. In un circolo vizioso in cui si annullerebbe definitivamente la memoria storica!                                       

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