L’ultima versione, la KX100, a metà anni ’80, fu realizzata con materiali più resistenti per limitare i danni compiuti dal vandalismo urbano.
Roma – Quelle cabine telefoniche non vanno distrutte! Si pensava che con l’avvento dei cellullari le cabine telefoniche sarebbero finite al macero. Invece, quelle postazioni dotate di un telefono a uso pubblico, formate da una cabina prefabbricata con all’interno un apparecchio funzionante a moneta e a schede telefoniche, sono dure a morire. A conferma della nostra storia, di come eravamo. La famosa cabina di colore rosso, diffusa nel Regno Unito, è diventata talmente iconica da entrare con prepotenza nell’immaginario collettivo. Ora, Albione (come veniva definita anticamente la Gran Bretagna), ha deciso di lanciare una campagna per salvare le vecchie cabine, anche quelle in acciaio introdotte negli anni ’80 del secolo scorso. Stranamente uno dei motivi è che sono utilizzate più di quanto si pensi e fanno parte del patrimonio culturale nazionale.
Malgrado i modelli dell’ultima serie siano considerati dalla maggioranza dei designer molto sgradevoli e minimali a causa della loro struttura in acciaio inossidabile e completamente diverse da quelle rosse tradizionali, ornate con una corona e fornite di una porta in ferro battuto, si è pensato di salvarne alcune dalla demolizione. Nel momento di massimo splendore, nel Regno Unito erano state installate oltre 100mila cabine telefoniche. Oggi dopo il passaggio dell’…uragano causato prima dai cellulari e poi dagli smartphone, pare che ne siano rimaste meno di 20mila in vari modelli. Insieme ai bus rossi a due piani e al taxi nero, la cabina telefonica rossa (Red Telephone Box in inglese) è stato uno dei simboli per eccellenza di Londra, una regina del suo paesaggio urbano. Tutto ebbe inizio nel 1921 quando fu prodotto il primo modello, il K1 di coloro grigio che non suscitò molto entusiasmo tra i sudditi di sua Maestà.
Il nuovo modello, il K2 progettato dall’architetto Giles Gilbert Scott, fu costruito in ghisa dall’aspetto elegante e classico. Era composto da una cupola e da vetrate in stile inglese con dei buchi per l’areazione. In origine il colore doveva essere un sobrio grigio-argento, ma in seguito si decise per un rosso vivo, perché le cabine dovevano essere riconoscibili con facilità. In seguito sono state realizzate altre versioni, fino alle più recenti. La loro celebrità raggiunse vette altissime, tanto che spesso, i turisti, facevano la fila per immortalare il momento con la classica foto. L’ultima versione, la KX100, a metà anni ’80, fu realizzata con materiali più resistenti per limitare i danni compiuti dal vandalismo urbano, che imperversa un po’ dappertutto, ma fu poco apprezzato dall’opinione pubblica, che lo ritenevano la brutta copia di quelle rosse, tradizionali.
A tal proposito è da registrare la levata di scudi della stampa, che ne evidenziava la bruttezza dal punto di vista estetico di uno dei più famosi e caratteristici aspetti dell’arredo urbano londinese. Sono finanche sorte associazioni per la tutela e la salvaguardia delle cabine telefoniche, non solo di quella iconica rossa, ma anche di quelle più brutte come la KX100, di cui si chiede di salvarne almeno tre. Addirittura in Galles ne è stato istallato un modello sperimentale rifornito dall’energia solare.
Le petizioni per il salvataggio delle cabine telefoniche non sono dovute soltanto a un pur valido motivo di tutela del design o alla conservazione della memoria storica di quello che hanno rappresentato, ma anche per motivi più prosaici. Nonostante il suo utilizzo sia fortemente diminuito, tuttavia il numero delle chiamate non è del tutto scomparso. Certo si si confrontano i dati degli ultimi 20 anni, il divario è netto. Infatti, il traffico telefonico è passato da 800 milioni di minuti del 2002 ai 7 del 2020. La gran parte delle chiamate sono state fatte per servizi di emergenza, enti e associazioni per l’assistenza psicologica agli adolescenti e per la prevenzione dei suicidi e si è pensato, quindi, di non smaltirle. British Telecom, compagnia britannica di telecomunicazioni, ha avviato, persino, una campagna dall’eloquente titolo “Adotta una cabina”. Perché tecnologia o no, il passato non si cancella e va, comunque, tutelato!