L’ha strozzata con le sue mani: dopo sei mesi crolla la messa in scena del compagno

L’omicidio a giugno in un appartamento del Milanese. Konrad Marek Daniec, polacco, avrebbe ucciso la convivente bielorussa Hanna Herasimchyk e poi simulato il ritrovamento.

POZZUOLO MARTESANA (Milano) – Non si è trattato di morte per cause naturali o per un mix di liquore e droghe, come il compagno della vittima voleva far credere. A uccidere la donna sarebbe stato proprio l’uomo che l’avrebbe strangolata al termine di una furiosa lite casalinga. Dunque Hanna Herasimchyk, ex ballerina di night e badante bielorussa di 46 anni, sarebbe deceduta per soffocamento e a confermarlo c’è il referto dell’esame autoptico. Dunque cade rovinosamente l’alibi del compagno Konrad Marek Daniec, polacco di 44 anni, autista di una ditta di spedizioni, che avrebbe costruito ad arte la messinscena del ritrovamento del cadavere il cui decesso sarebbe stato da attribuire a cause naturali, cosi come aveva riferito l’uomo ai carabinieri e agli operatori del 118 da lui stesso allertati. I due, che dividevano un appartamento in via Del Citra, a Pozzuolo Martesana, alle porte del capoluogo lombardo, non mancavano occasione per litigare per i più svariati motivi. La notte fra l’11 e il 12 giugno scorsi Hanna e Konrad avevano ricominciato a litigare, stavolta più violentemente delle altre.

La palazzina di via Del Citra dove abitava la coppia

Al culmine dell’alterco l’uomo, secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di via Moscova, avrebbe colpito più volte la donna con un corpo contundente per poi stringerle le mani al collo sino a soffocarla. L’autista, a questo punto, sarebbe fuggito di casa e soltanto il giorno dopo, il 13 giugno, di prima mattina, sarebbe tornato sui suoi passi per attuare la seconda parte del piano criminoso chiamando il 112 dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Hanna, che giaceva sul pavimento tra il soggiorno-cucina e il corridoio di casa.

I paramedici del soccorso pubblico, una volta giunti nell’abitazione della coppia, incontravano Daniec che dava loro una prima versione dei fatti: la convivente, forse a seguito di ingestione di droghe e alcol, avrebbe avuto un malore e probabilmente sarebbe morta subito dopo. La salma però presentava diverse ecchimosi sparse per quasi tutta la superficie corporea, particolare questo che faceva insospettire i militari della Squadra Omicidi che fin da subito iniziavano a seguire la pista del femminicidio.

Konrad Marek Daniec

La conferma è arrivata dopo l’autopsia ed altri esami scientifici e consulenze medico legali che hanno rilevato il Dna di Konrad Daniec sul viso della badante, intorno alla bocca e al naso, e sotto “le unghie del medio della mano sinistra e dell’indice della mano destra”. Tutte tracce che, nonostante il maldestro tentativo dell’odierno indagato di indirizzare le indagini su un ex fidanzato di Hanna, hanno portato a indicare proprio Daniec come il presunto esecutore materiale del delitto. Successivamente le indagini del Pm Francesca Crupi e del Procuratore aggiunto Bruna Albertini portavano a formulare l’ipotesi dello strangolamento dopo avere escluso altre cause del decesso. Per quanto riguarda il movente sembra che il presunto assassino, che dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato, era stanco degli “eccessi alcolici” della vittima.

Ma c’è di più: l’autista avrebbe intrecciato una nuova relazione amorosa con una giovane donna a cui aveva detto, mentendo, che Hanna Herasimchyk si trovava all’ottavo mese di gravidanza. Una menzogna che, secondo l’indagato, sarebbe servita per mantenere in piedi la doppia relazione. Il delitto si sarebbe consumato, stante alle relazioni degli anatomopatologi, in soli in 18 minuti, tra l’1.58 e le 2.16 dell’11 giugno. Una volta uscito di casa l’uomo, che avrebbe dormito a bordo del suo furgone “per evitare altre liti”, non vi sarebbe più tornato sino alla “farsa” del ritrovamento del cadavere, scoperto per “caso” il 13 giugno successivo.

A destra il furgone dove avrebbe dormito il presunto assassino dopo l’omicidio

Nel tentativo di consolidare ulteriormente il suo alibi Daniec, dopo l’omicidio, avrebbe telefonato più volte alla compagna a cui avrebbe inviato diversi sms ben sapendo che la donna era già morta. Le mancate risposte di Hanna ai suoi appelli telefonici avrebbero indotto Daniec a tornare in casa dove inscenava la macabra scoperta del corpo esanime dell’ex ballerina. Dopo intercettazioni e ambientali e telefoniche durate sei mesi la Gip del tribunale di Milano, Anna Magelli, il 13 dicembre scorso, disponeva l’arresto e la custodia cautelare in carcere per l’autista polacco.

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