I residenti hanno chiesto più volte interventi ma nessuna risposta dalle autorità locali. Intanto in tutta l'area bruciano rifiuti e l'amianto dei tetti si sgretola
MILANO- Tra i grattaceli e le insegne pubblicitarie di una città che guarda sempre di più al futuro, tra gli odori e i costumi di una realtà sempre più cosmopolita, ogni tanto, accade di intravedere uno scorcio particolare e precipitare in un limbo temporale che restituisce la romantica immagine di una Milano ormai dimenticata. Questa é la sensazione che si avverte costeggiando l’ex complesso industriale Innocenti di Lambrate.
Nell’immediato dopoguerra il genio di Ferdinando Innocenti, coadiuvato dagli ingegneri Pier Luigi Torre e Cesare Pallavicino, dopo una nemmeno lunga gestazione, portò alla nascita della celebre Lambretta. Lo scooter made in Italy, un vero e proprio omaggio al vicino fiume Lambro, fu uno dei simboli del boom industriale che accompagnò il Bel Paese nella seconda metà del Novecento. L’ex area produttiva sorgeva adiacente alla Tangenziale Est e si prolungava su via dei Caduti della Marcinelle direzione Segrate, offrendo lavoro a più di 1000 operai. Il declino della realtà industriale iniziò in seguito alla morte di Ferdinando che lasciò le redini dell’azienda al figlio Luigi. La scarsa lungimiranza del nuovo manager segnò lentamente la fabbrica verso un progressivo declino, aggravato dal forte rigurgito delle lotte operaie della fine degli anni Settanta che portarono all’occupazione e al blocco della produzione per 132 giorni in seguito a licenziamenti e cassa integrazione.
Di motociclette luccicanti e di motori rombanti, però, ormai non c’è più traccia. Né si sentono le urla degli scioperi sindacali o lo strepitio dei picchetti improvvisati. Tutto ciò che rimane sono ruderi dalle sembianze post apocalittiche che, nascosti dai nuovi palazzi e dalle nuove attività commerciali, fungono da discarica a cielo aperto. Lo stato d’abbandono delle strutture ancora in piedi ha destato a più riprese il malcontento locale. La cittadinanza ha più volte richiesto l’intervento comunale al fine di bonificare un’area che pare sia anche utilizzata per traffici illeciti. Il Palazzo di Cristallo, il capannone principale dell’ex polo industriale, ormai totalmente fatiscente e inagibile, è stato abbandonato al degrado e giace sommerso dalla spazzatura. Lungo i vecchi binari dei carrelli interni si possono trovare rifiuti edili e bombole a gas, ma anche vecchi condizionatori e perfino cyclette arrugginite e fuori uso. Il tetto della struttura – in amianto – è pericolante e inesorabilmente continuano a crollarne pezzi, che spesso si incastrano in un dedalo di ferri arrugginiti rimanendo sospesi per aria.
Incredibilmente, però, in questo labirinto di ferri e pattume, si possono trovare veri e propri posti letto improvvisati da nullatenenti che, all’ombra dell’ex fabbrica in disuso, tentano di ripararsi dal freddo nelle lunghe notti invernali.
Durante le ore notturne la fabbrica diventa teatro di incontri di tossici e spacciatori ma anche di persone che bruciano quintali di rifiuti tossici. Le istituzioni municipali sono state avvisate più volte ma, al momento, sembra che non siano stati effettuati gli interventi urgenti richiesti.
“…Una volta questo era un luogo dove si viveva bene – racconta la signora M.L. residente storica del posto – c’era lavoro e l’entusiasmo di vivere. Oggi questa zona è abbandonata e degradata. Dalla vecchia fabbrica arrivano odori strani e la spazzatura è ovunque. Ogni tanto, in tarda serata, si possono notare alcune auto entrare all’interno del complesso del Palazzo di Cristallo. Non sappiamo precisamente che cosa avviene lì dentro ma qualcosa di brutto accade, ne siamo certi. Da quel che so i comitati di quartiere si sono attivati più volte per cercare di portare la situazione all’attenzione delle istituzioni ma sino ad oggi tutto tace…”
Le evidenti tracce di pneumatici all’interno del complesso industriale, infatti, sembrano confermare i timori dell’anziana signora. Cosa succede, dunque, la notte all’interno del vecchio quartier generale della Lambretta?
L’ex impero degli Innocenti ad oggi sembra un luogo spettrale. Un fantasma di quella Milano che ormai non c’è più e che si è dimenticata delle periferie e delle classi meno abbienti. Intanto gli abitanti del quartiere dormitorio di via Oslavia e di Segrate aspettano le risposte da Palazzo Marino.
Speriamo che arrivino prima che crolli la vetusta struttura in tutto o in parte. Prima dell’ennesima tragedia, annunciata, che si poteva evitare.