In barba alla crisi, sapete qual è il Paese in cima alla classifica europea per le vendite di integratori alimentari? L’Italia. Più di un terzo degli Italiani li utilizza, accalappiato da un marketing che promette giovinezza, forma fisica e performance. Li acquistano direttamente dagli scaffali del supermercato o in farmacia, in parafarmacia, in palestra oppure tramite ordini online. Vitamine per pelle giovane, unghie forti, capelli fluenti, ossa compatte, abbronzatura dorata; aminoacidi per muscoli possenti, fibre e probiotici per pance piatte, estratti di bacche miracolose, promettono di far tornare in forma, di recuperare energia e persino memoria se non la sessualità. Qualche azienda farlocca ha millantato pure il parafarmaco miracoloso antiCovid-19. Una supercazzola clamorosa che ha destato più risate che acquisti.
Tolti i pochi casi in cui si presentano carenze cliniche (malati, terza età, donne in gravidanza, vegani in deficit di vitamine del gruppo B) è ovvio che, in natura, non c’è proprio nulla da integrare quando si mangia di tutto. Se poi l’obiezione che mi muovete è quella del: ”…Sì ma posso prevenire le malattie cardiovascolari…”. Cari miei ruffolilli vi informo che gli Omega 3 e 6 a cui fate riferimento non prevengono proprio nulla. Da anni gli integratori di Omega 3 e 6 vengono venduti come indispensabili per il buon funzionamento del sistema cardiovascolare ma è tutta una bufala. Ne volete una dimostrazione? Adesso vi racconto com’è nata la leggenda sui grassi polinsaturi considerati essenziali. Negli anni Settanta uno studio condotto sullo stato di salute di un gruppo di esquimesi evidenziava un basso livello di colesterolo.
Cosa ne deducevano i ricercatori? Hanno usato una logica consequenziale semplice: hanno osservato come si alimentava questa popolazione constatando che si nutriva soprattutto di pesce (anche perché al polo nord c’era e c’è poco d’altro). Gli scienziati hanno notato anche che la carne di pesce è ricca di Omega–3 e quindi hanno ipotizzato che gli Omega–3 tengano basso il livello di colesterolo. Cosa non vera. Il dubbio che il colesterolo degli Esquimesi fosse basso perché non mangiano pomodori o frutta e zuccheri in genere, non li ha nemmeno sfiorati. Frutta e pomodori sono ricchi di glucosio (zucchero). Dal glucosio parte la sintesi del colesterolo attivata dall’ormone insulina. A tal proposito andatevi a rileggere l’articolo che ho pubblicato nella mia rubrica a proposito del colesterolo.
Da una supposizione errata e non scientifica è partita la campagna marketing da parte dell’industria degli integratori alimentari a base Omega–3. Ce li hanno dipinti come la panacea per tutti i mali, ovvero elementi indispensabili per la salute.
Ve lo ripeto, si tratta di una castroneria in grande stile. Un cavallo di battaglia commerciale da parte delle industrie degli integratori per vendervi prodotti a base di OmegaNulla. Mi congratulo per l’abile manovra di marketing ma dal mio punto di vista interessato solo alla verità scientifica, il basso livello di colesterolo negli Esquimesi dipende da quello che questo popolo NON mangia (zuccheri, frutta, pomodori, ecc.) e non da quello che mangia (pesce). Invece nel nostro Bel Paese il colesterolo sale perché gli italiani sono soliti ingurgitare zucchero, frutta, pomodori e non solo.
Riflettete gente, riflettete. Non fatevi intrappolare dal facile consumismo alimentare che vi induce ad acquistare gli integratori con argomentazioni che di scientifico hanno poco o nulla.
Il mio socio, Dio, non ha commesso errori e ha messo a disposizione in natura tutto quello che occorre. Poi ha demandato a me il compito di insegnarvi a mangiare risvegliando la vostra capacità elaborativa in funzione della vostra salute e risvegliando le vostre coscienze per mezzo proprio dell’alimentazione. Perché vi ricordo che il pensiero umano è governato dal cibo. In altre parole la persona pensa e sviluppa il proprio pensiero in funzione ormonale. Ognuno pensa come mangia. Questa mia affermazione non è una boutade ma un’altra verità scientifica di cui vi ho fatto dono nell’articolo ‘Essere o non essere ecco il di-Lemme’ che ho pubblicato in rubrica al link
Scusatemi se è poco.
Dr.Lemme