HOME | LA REDAZIONE

Ammazza la tabaccaia e sparisce come un fantasma

Una tentata rapina finita nel sangue quella che ha avuto per vittima Franca, la tabaccaia di via Marchese De Rosa 100. L’uomo, forse un tossico, non avrebbe preso un euro e sarebbe fuggito gettando il coltello insanguinato a pochi metri dalla rivendita di tabacchi. Nessuna ipotesi è esclusa.

FOGGIA – Perché uccisa con tanta ferocia la tabaccaia che aveva reagito al tentativo di rapina? Se lo chiedono anche gli inquirenti che stanno conducendo le indagini sulla morte di Francesca Marasco, 72 anni, detta Franca, titolare di una rivendita di generi di Monopolio, morta ammazzata con quattro coltellate sferrate da un balordo il 28 agosto scorso di prima mattina. La donna sarebbe stata presa alla sprovvista, forse subito dopo aver alzato la saracinesca rimasta abbassata per qualche settimana durante il periodo estivo. Francesca dunque avrebbe cercato di opporsi ad un tentativo di rapina provocando la reazione dell’omicida che le avrebbe sferrato quattro fendenti uccidendola. Il cadavere, riverso sul pavimento dietro il bancone in un lago di sangue, sarebbe stato notato da un cliente che avrebbe subito telefonato al 112.

Carabinieri e Ris davanti alla rivendita di generi di monopolio

Sul posto giungevano diverse pattuglie dei carabinieri e i soccorritori del 118 che non potevano fare altro che constatare il decesso della vittima. Al civico 100 di via Marchese De Rosa si formava subito un capannello di curiosi e vicini di casa davvero basiti per la morte di Franca, benvoluta nel quartiere, senza nemici e da anni titolare dell’impresa di famiglia che aveva continuato a mantenere in piedi, nonostante le difficoltà. Francesca Marasco, nubile, aveva gestito la rivendita di tabacchi con l’anziana madre che era mancata qualche anno fa. Dopo la morte del genitore la donna si era dedicata esclusivamente al suo negozio di “Sali e Tabacchi”. Franca é descritta da tutti come una signora gentile ed educata, schiva e riservata, tutta casa e lavoro, almeno apparentemente.

Daniela Marcone, della presidenza nazionale di Libera, l’associazione antimafia diretta don Luigi Ciotti, è la figlia del compianto Francesco Marcone, direttore dell’ufficio Registro ucciso a colpi di pistola il 31 marzo del 1995. Daniela e il padre vivevano a poca distanza dal tabacchino di via Marchese De Rosa e pare che il funzionario, prima di morire, avesse acquistato un pacchetto di sigarette proprio da Franca:

Daniela Marcone

”La conoscevo – ricorda Daniela Marcone – da molti anni. I miei genitori mi mandavano da lei a comperare anche il sale, una persona a modo e perbene”. Chi ha colpito a morte la tabaccaia, probabilmente, era a caccia di soldi per procurarsi una dose di droga ma spaventato dalla reazione della donna l’avrebbe accoltellata con violenza provocandone la morte. Poi si è dato alla fuga, senza un euro in tasca, ma preoccupandosi di gettare il coltello poco distante dalla tabaccheria. L’arma del delitto, sporca di sangue, veniva repertata dai carabinieri che stanno anche analizzando i pochi video a disposizione estrapolati dagli hard-disk di alcune telecamere stradali dalle quali sarebbe stato ripreso un uomo in fuga.

Dunque una rapina sfociata nel sangue ma gli investigatori non escludono altre ipotesi. Sempre nelle vicinanze, il 17 settembre del 2020, veniva ferito a morte Francesco Traiano, titolare del bar “Gocce di Caffè”, durante una rapina ad opera di quattro balordi tutti arrestati e assicurati alla giustizia. I delinquenti, alcuni dei quali minorenni all’epoca dei fatti, si erano introdotti nel bar dopo aver pianificato a tavolino la rapina. Una reazione istintiva di Traiano spaventava il giovane armato di coltello che feriva gravemente l’uomo poi morto in ospedale dopo 23 giorni di agonia.

Francesco Traiano

Per l’atroce delitto venivano condannati Antonio Bernardo e Antonio Tufo, rispettivamente, a 30 anni di reclusione; 28 anni per Cristian Consalvo e 10 anni per Simone Pio Amorico, l’unico con una posizione ritenuta subalterna al gruppo. La Corte d’Assise ha ritenuto gli imputati colpevoli del concorso in rapina e del concorso in omicidio, ad eccezione di Amorico che rispondeva del solo coinvolgimento nella rapina. I quattro imputati, di età compresa tra i 22 e i 24 anni, furono arrestati dagli agenti della Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Destino”. In questo caso furono d’aiuto proprio le telecamere interne e quelle stradali ma nel caso in specie solo un colpo di fortuna potrebbe aiutare gli investigatori atteso che nessuno avrebbe visto o sentito qualcosa di sospetto, fuori e dentro la tabaccheria.

AGGIORNAMENTO DEL 03 Settembre 2023:

Un 43enne di origini marocchine è stato fermato per l’omicidio di Francesca Marasco, la tabaccaia di 72 anni, uccisa a coltellate nel suo punto rivendita, in via Marchese De Rosa, a Foggia, lo scorso 28 agosto.

L’uomo è stato rintracciato e bloccato nella serata di ieri a Napoli, nei dintorni della stazione ferroviaria. Le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Foggia, coordinati dalla Procura foggiana, hanno consentito di ricostruire il percorso compiuto dall’uomo dopo l’omicidio.

Il killer, dopo aver ammazzato Marasco, avrebbe cambiato i vestiti, abbandonando quelli sporchi di sangue che indossava durante l’omicidio, per poi corservarli in un sacchetto di plastica, gettato in via Mameli. I militari hanno trovato anche il cellulare della vittima che le era stato rubato dall’odierno indagato che lo aveva rivenduto ad un’altra persona. Attraverso l’analisi dei video delle telecamere di sorveglianza pubbliche e private gli investigatori sono riusciti a individuare la direzione del fuggiasco. Il movente dell’omicidio è in fase di accertamento.

AGGIORNAMENTO DEL 04 Settembre 2023

Il presunto assassino ha confessato dicendo però di non avere avuto intenzione di uccidere. Redouane Moslli, cittadino marocchino di 43 anni, fermato per l’omicidio della tabaccaia di Foggia, Francesca Marasco, uccisa a coltellate a Foggia il 28 agosto scorso nel suo negozio durante un tentativo di rapina, ha ammesso ogni addebito.

Secondo quanto riferito dal legale dell’uomo, l’avvocato Nicola Totaro, Moslli era a Foggia dall’11 luglio scorso, era impiegato come bracciante agricolo nelle campagne di Torremaggiore e viveva in un dormitorio in città.

Conosceva la tabaccheria di via Marchese de Rosa perché c’era stato in altre occasioni. Secondo quanto riferito dal legale, l’uomo ha confessato che la mattina del 28 agosto, in difficoltà economiche, “armato di coltello è entrato nella tabaccheria, puntando il coltello alla gola della vittima, ferendola una prima volta perché la donna si sarebbe mossa“. Poi avrebbe tentato di portare via soldi, 75 euro, presi dalla cassa ma la donna avrebbe cercato di bloccarlo e l’uomo l’avrebbe ferita a a morte.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa