Un evento naturale raro in Italia, ma affascinante, nato come risposta ad uno… stato di crisi. Le immagini hanno fatto il giro del web.
L’Emilia-Romagna invasa dalle ragnatele! La cronaca non finisce mai di stupire. Quello che una volta si vedeva solo nei film o nei fumetti del genere fantasy, adesso è realtà. Si tratta di una vicenda per certi aspetti collocabile al di fuori della normalità, con connotati misteriosi e criptici, ma in realtà avvenuta nel mondo reale. E’ questo contrasto tra l’irreale e la realtà che rende l’accaduto accattivante.
L’Emilia-Romagna è sotto attacco: è stata invasa da una miriade di ragnatele, costruite dai più… feroci battaglioni di ragni, acari e lepidotteri. Lo strano fenomeno all’inizio ha provocato qualche brivido lungo la schiena, ma poi ha suscitato solo tanta curiosità. Grazie agli smartphone, di cui sono provvisti tutti, ormai, le foto ed i video hanno fatto il giro del web. Tutti a manifestare stupore ed incredulità, qualcuno un po’ di timore, pensando alla probabilità che le regnatele potessero ingrandirsi ancora di più. In realtà, tanto rumore per nulla o, come si dice in questi casi, la montagna ha partorito il topolino. Quest’ultimo motto fu enunciato da Esòpo, scrittore dell’antica Grecia e noto per le sue favole. Quella in questione racconta di una montagna che stava per partorire. Le doglie si facevano sempre più intense, dalla cima cominciò ad uscire fumo e la terra tutt’intorno tremava. Gli abitanti dei villaggi vicini temevano che qualcosa di terribile stesse per accadere e si riunirono a pregare, fin quando una scossa violentissima alzò un’enorme nuvola di fumo. Tutti caddero in ginocchio e, quando la nube si dissolse, ecco che dalle rocce fumanti spuntò un topolino.
Tutto questo excursus per dire che il fenomeno delle ragnatele è un fatto naturale, molto ingegnoso. Gli entomologi (esperti di insetti) l’hanno definito “ballooning”, provocato, con molta probabilità dal recente alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. Non è una novità. Ne parlò nel 1832 Charles Darwin, lo scienziato celebre per la sua teoria dell’evoluzione delle specie viventi per selezione naturale. Il “ballooning” è un modo di spostarsi nell’aria, utilizzato da diversi ragni e da qualche altra specie di artropodo (acari e larve di lepidotteri). Gli animaletti secernono della seta che viene sollevata e trasportata, insieme all’animale, dal vento e dal campo elettrico. In questo modo i ragni possono compiere anche lunghi tragitti. E’ un fenomeno raro in Italia (forse per questo ha suscitato tanta curiosità), ma diffuso in altre parti del mondo. Gli esperti ritengono che questo atteggiamento è una strategia di dispersione in aria. I ragni si aggrappano ad un filo d’erba, iniziando a salire in cima, per poi generare dei fili di seta molto lunghi utili per costruire la ragnatela, che viene disposta in una forma simile ad una mongolfiera (la traduzione di ballooning). Può arrivare ad assumere dimensioni abbastanza grandi usando come mezzo di trasporto il… vento e servendosi dei campi elettrici atmosferici, percorrendo fino a grandi distanze. In generale questa strategia viene applicata per colonizzare nuovi territori.
In Emila Romagna, tuttavia, con molta probabilità sono servite per sopravvivere all’alluvione. Non, quindi, una migrazione di massa, ma una tecnica per potersi muovere sopra ai terreni inondati. Non potendo più stare al piano terra perché inondato, è come se avessero costruito un ulteriore piano per salvarsi. Si è trattato di una notizia curiosa che ha suscitato, comunque, interesse e che meritava di essere raccontata. Alla fine della giostra, finanche dei minuscoli insetti come i ragni hanno dimostrato di avere più astuzia degli esseri umani. Dopo ogni alluvione si è capaci solo di piangere, con ipocrisia, i morti, e promettere di riparare i danni. Costruire una sorta di mongolfiera per salvare vite umane e di investire nella prevenzione della struttura geologica dei nostri fragili territori, non passa nemmeno per l’anticamera del cervello, di nessun politico, qualora qualcuno ne avesse uno!