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L’elogio choc della prof Di Cesare alla br Balzerani. E scoppia la bufera in FdI

Morta la brigatista mai pentita che partecipò al sequestro Moro. Un tweet scatena il putiferio. Foti, “Nostalgici di un tempo oscuro”.

Roma – La prima notizia, doverosa, visto che si parla di una persona, è che Barbara Balzerani è morta. Nata a Colleferro nel 1949, nel 1975 aderì alle Brigate Rosse: non si pentì né si dissociò mai, ma dichiarò un profondo rammarico “per quanti furono colpiti” dai terroristi. Aveva beneficiato della libertà vigilata dal 2006 al 2011, anno in cui venne liberata definitivamente grazie alla legge Gozzini. Partecipò al sequestro di Aldo Moro occupando, insieme al compagno di allora Mario Moretti, la base operativa di via Gradoli. Ma a fare più notizia scatenando un’autentica bufera sono le parole di Donatella di Cesare, filosofo, editorialista e saggista italiana, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università “La Sapienza” di Roma per la “compagna perduta”.

La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”, ha scritto la Di Cesare sotto una foto della Balzerani su twitter. Poi però ci ha ripensato e lo ha tolto. Ma ormai il danno era stato fatto”. Un cinguettio accompagnato da una foto della terrorista delle Brigate Rosse che non è sfuggito al deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. “Ma davvero – replica – Donetella Di Cesare ha fatto questo post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le Br rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l’omicidio di Lando Conti? Non sono queste le idee che non si cancellano da insegnare alla #Sapienza #BarbaraBalzerani #donatelladicesare”.

Barbara Balzerani

E ancora, rimarca Donzelli: “Sia chiaro, non è da oggi che gli intellettuali (o presunti tali) del nostro Paese strizzano gli occhi a chi sognava, in Italia, una struttura di Stato e di governo a metà tra la Cina di Mao e l’Unione Sovietica di Stalin. Un connubio odioso, diventato, per altro, nel corso degli anni persino grottesco. Non va dimenticato che la Balzerani, oltre ad essersi macchiata le mani di sangue, non si è mai pentita. Il 16 marzo 2018 fu ospite d’onore del Cpa, il centro sociale più grande di Firenze, occupato abusivamente, nell’indifferenza del Partito Democratico (che, da sempre, governa il capoluogo toscano), da oltre venti anni. In quell’occasione, l’ex dirigente della colonna romana, presentando un suo libro, ebbe parole di disprezzo per la figlia di Aldo Moro.

Su tutte le furie per il post scritto e poi ritirato anche Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Destano stupore – incalza – le parole pubblicate sui social, e poi cancellate, dalla saggista e docente
dell’università La Sapienza di Roma. È necessaria una profonda riflessione sulla pericolosità di dare risonanza, nelle università e nelle televisioni, a nostalgici di un tempo oscuro, in cui si affermavano le idee malsane e rivoluzionarie a colpi di mitra, con le bombe e coi sequestri di persona finiti in tragedia. Tutta la politica, oltre ai vertici de La Sapienza, prenda le dovute distanze dai nostalgici dell’odio e del terrorismo”.

Interviene anche Simone Leoni, responsabile nazionale organizzazione e coordinatore del Lazio di Forza Italia Giovani. “Dopo il vergognoso post di esaltazione e adulazione rivolto alla brigatista Barbara Balzerani chiediamo all’Università romana un intervento deciso e immediato nei confronti della professoressa Di Cesare, autrice del post e docente ordinaria di filosofia teoretica nell’ateneo romano. Chi esalta la figura di
una stragista assassina mai pentita e implicata, tra le altre malefatte, nel sequestro-assassinio di Aldo Moro non può continuare ad insegnare sui banchi dell’ateneo rischiando di trasmettere alle nuove generazioni valori incompatibili con il vivere civile”.

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