Il capoluogo etneo è retrocesso all’ultimo posto nella graduatoria delle città più insalubri d’Italia in tandem con Palermo e Siracusa
Non è una novità che, tranne qualche eccezione, sono sempre le città del sud a trovarsi nelle ultime posizioni della classifica di Legambiente e Sole 24 Ore, ma desta meraviglia che addirittura ci finisca Catania, soprannominata la “Milano del sud”, seconda città della Sicilia.
Per Ecosistema Urbano, l’annuale rapporto di Legambiente che misura le performance ambientali delle 104 città capoluogo di provincia, Catania è l’ultima della classifica.
Risultati scarsi anche per Palermo, al 100° posto, davanti soltanto a Ragusa e Catania. Siracusa e Vibo Valentia addirittura non classificate per mancanza di dati.
Un derby al ribasso vede le città meno ecologiche della Sicilia contendersi il ruolo di ultime nella classifica.
Nella città fanalino di coda manca il verde pubblico, mentre l’inquinamento da polveri sottili è in aumento, la mobilità sostenibile è ridotta al lumicino, c’è troppa dispersione di acqua potabile e risultano assolutamente inefficienti i trasporti urbani, con tempi record di attesa alle fermate dei bus. Mancano inoltre le piste ciclabili.
Ultima causa, ma non per importanza, è sicuramente la gestione dei rifiuti: Catania non raggiunge nemmeno il 10% di differenziata, mentre a livello nazionale mediamente si supera il 50%.
La parte più significativa in commedia spetta dunque al settore principe del degrado: il business dei rifiuti. Mafie ed ecomafie hanno regolarmente impedito che in Sicilia si realizzassero impianti per la gestione integrata dei rifiuti, talvolta incendiando, talvolta prospettando piani improponibili e regolarmente bocciati.
La città etnea è dunque carente in tutte le categorie che concorrono a comporre i parametri della statistica sulla qualità della vita nel 2019; gli indicatori presi in esame dal rapporto certificano il fallimento delle politiche ambientali urbane sin qui portate avanti.
In un momento storico in cui la questione ambientale è giustamente centrale per l’opinione pubblica, Catania risulta davvero troppo poco “green”.
E’ invece Trento ad aggiudicarsi la prima posizione sul podio, seguita da Mantova e Bolzano.
Il quadro tracciato da Ecosistema urbano evidenzia, ancora una volta, tante diseguaglianze tra chi progredisce, soprattutto al nord, e chi annaspa tra i problemi, tendenzialmente al sud: un’Italia spaccata a metà.
Le politiche pubbliche messe in campo negli ultimi anni non hanno accorciato queste distanze, ma semmai aumentate: i livelli di crescita delle città settentrionali sono stati di gran lunga superiori rispetto a quelli delle città meridionali.Augurandoci che in un prossimo futuro si possano trovare al primo posto città come Bari o Matera, per adesso non resta che commiserare Catania e i suoi abitanti. E rimandarli a settembre.