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Le procedure di infrazione costano all’Italia oltre 800 milioni di euro

Il nostro Paese è stato condannato 69 volte, di cui 57 per la violazione del diritto dell’Unione e 12 per il mancato recepimento di direttive.

Roma – La Commissione Europea ha condannato l’Italia per 69 volte di cui 57 per la violazione del diritto  dell’Unione e 12 per il mancato recepimento di direttive: i dati sono visibili sul sito internet del  Governo, aggiornati a dicembre 2023 e all’Italia sono costate oltre 800 milioni di euro, come spiega  Openpolis

Le procedure di infrazione vengono attivate quando gli Sati membri non adeguano il proprio  ordinamento a quello europeo e l’Italia si trova tra i primi 10 paesi della lista. Questi sono alcuni casi 

A novembre 2023 è stata pubblicata una sentenza, definita “storica” da alcuni, (Corte EDU Sez. I 19  ottobre 2023 n. 35648/10, che sulla base di studi scientifici, portati da alcuni cittadini italiani residenti  in città del sud ha sancito la responsabilità delle istituzioni a garantire e tutelare la qualità della vita  di tutti i cittadini, anche nel caso in cui non siano palesi danni concreti alla salute, ma anche soltanto  in presenza di potenziali pericoli. In questo caso la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per  violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili e biossido di azoto

Il 16 novembre 2023 l’Italia ha dovuto risarcire con 27mila euro quattro cittadini sudanesi perché  vittime di abusi di vario tipo subiti dalle autorità italiane nel 2016.  

Italia condannata dalla CEDU per violazione dei diritti dell’infanzia

Ad agosto la CEDU aveva condannato il nostro Paese per la violazione della Convenzione ONU sui  diritti dell’infanzia per non aver garantito ad una ragazza minorenne del Ghana accoglienza e tutela. 

A febbraio 2023 la Commissione UE ha attivato due procedure di infrazione perché il governo italiano  non si è adeguato alle norme comunitarie in merito al requisito richiesto per avere il reddito di  cittadinanza (10 anni di residenza in Italia) e per l’assegno unico universale (2 anni di residenza). 

Basta cercare sul sito del Dipartimento per le politiche europee per reperire l’elenco completo delle  procedure di infrazione per comprendere quante e quali sono. Tra i documenti della Camera dei  Deputati reperibili sul web troviamo anche il D.L. n. 69 del 18 luglio 2023 che in oltre 160 pagine  specifica quali sono le disposizioni urgenti da adottare per “risolvere” questi problemi che sono  ancora irrisolti. Non siamo soli in questa situazione, infatti il Belgio detiene il primato con 114 violazioni accertate, a seguire Spagna e Grecia con 100, Polonia con 98, Repubblica Ceca con 94, Portogallo con 91 e Bulgaria con 90. Mal comune mezzo gaudio.

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