In rete decine di persone, anche professionisti, consigliano di non farla ma sbagliano. Chi intende resistere sappia che si beccherà una multa. POP ne ha parlato con l’avvocato Edoardo Polacco, noto penalista romano.
ROMA – Non solo il Coronavirus. A creare sempre più confusione nella mente della popolazione sono ormai gli aspetti giuridici legati al Covid-19, nonché quelle che potrebbero essere le loro ripercussioni legali. Il web ormai è inondato di video che smentiscono gli effetti sanzionatori dei provvedimenti, screditando i decreti legislativi agli occhi di più. Nella mente di tanti italiani l’ autodichiarazione rimane un modulo nebuloso di cui non sono chiari né il senso men che meno l’utilizzo. Tale situazione caotica contribuisce a creare confusione dalla quale impiegheremo mesi per uscirne. Per provare a mettere un punto fermo sulle continue smentite che continuano a fioccare intorno a noi ci siamo rivolti all’avvocato Edoardo Polacco, noto penalista capitolino, che della sua professione ha fatto una vera e propria missione. Sulla sua pagina Facebook campeggia il motto che da sempre lo contraddistingue: “Avvocato penalista al servizio del cittadino violentato dallo Stato”.
“…La normativa vigente è nata certamente in forma anticostituzionale – dice il penalista – perché concepita con decreti del presidente del Consiglio dei Ministri ovvero atti normativi che non hanno forza di legge. Poi sono stati fatti decreti-legge che hanno aggiustato il tiro e, in un certo qual modo, hanno sanato le aberrazioni giuridiche precedentemente commesse…”.
Se da una parte l’Avv. Polacco muove dubbi sul concepimento delle normative vigenti, dall’altra il legale precisa che ciò non può sottrare il cittadino dalla prassi dell’autocertificazione. Contrariamente porrebbe il singolo individuo in una situazione potenzialmente dannosa per quanto concerne l’aspetto giuridico.
“…L’errore che stanno commettendo numerosi giuristi – continua Polacco – è quello di pubblicizzare sul web l’astensione dall’obbligo di compilare l’autocertificazione senza considerare il fatto che una norma, anche se anticostituzionale, è vigente fino a quando un giudice non ne decreti la sua formulazione al di fuori della Costituzione. Fino a quel momento la normativa è effettiva e chi non la rispetta è perseguibile per legge. Questo è l’elemento essenziale. Vedo ogni giorno in rete persone che ripetono a menadito assunti appresi sui social grazie ai quali potrebbero sottrarsi all’obbligo dell’autocertificazione. La realtà dei fatti è che così facendo rischiano multe salatissime. Fino a quanto la Corte Costituzionale o il Tar non si esprimeranno in merito, la normativa rimarrà regolarmente in vigore nonostante tutte le considerazioni di filosofia del diritto che si possono fare…”.
Secondo l’Avvocato Polacco le ripercussioni negative per i cittadini riluttanti potrebbero essere congrue e potrebbero influenzare l’economia domestica con numeri non di poco conto.
“…I cittadini che contesteranno l’autocertificazione si ritroveranno sul groppone una multa di 500 euro – conclude l’avvocato Polacco – se si deciderà di non pagare il verbale vedremo arrivarci una cartella esattoriale con tanto di maggiorazioni e interessi. Se decideremo di resistere anche a questa opzione ci arriveranno sanzioni più pesanti come, ad esempio, le ganasce fiscali per la nostra auto o, peggio, il pignoramento della somma sul conto corrente. Asserire che la normativa in vigore è anticostituzionale è un messaggio sbagliato che provoca confusione fra i cittadini. Saranno i magistrati a deciderlo. Io sono d’accordo sul fatto che i decreti emanati dal premier (Dpcm), soprattutto il primo, siano anticostituzionali. Ma subito dopo sono stati seguiti da decreti-legge che, in qualche maniera, hanno sanato tali primarie lacune. In più gli stessi decreti-legge sono stati controfirmati dal presidente della Repubblica che è un ex giudice della Corte costituzionale. Comunque per potere impugnare il verbale dinanzi il prefetto e poi, eventualmente ,dinanzi al giudice di pace, basterà al cittadino indicare, nello spazio e del verbale a lui dedicato, il motivo legittimo per il quale non era nella sua abitazione, come per esempio fare la spesa o accudire un parente anziano. Sarà, dunque, molto difficile uscire da questa situazione nonostante anche altre norme siamo state promulgate al di fuori dei confini della nostra Costituzione…”