L’ascesa dell’ultradestra in Germania: Afd trionfa in Turingia e in Sassonia

Vittoria dell’estrema destra, anche sull’onda dell’attacco a Solingen di alcuni giorni fa per mano di un richiedente asilo siriano.

Berlino – Creato nel 2013 come gruppo anti-euro, l’Afd si è trasformato in un partito anti-immigrazione, godendo di una rinascita negli ultimi dodici mesi: sullo sfondo, una Germania alle prese con l’aumento dell’immigrazione e un’economia in difficoltà. E’ qui la chiave del successo dell’ultradestra: a urne chiuse in Turingia e Sassonia, dopo le elezioni regionali di domenica, è boom di preferenze. Secondo i primi exit poll diffusi dalla Zdf, l’Afd è il primo partito in Turingia – dov’è guidato dal nazionalista Bjoern Hoecke – con il 33,5%, mentre in Sassonia i populisti sarebbero secondi con il 31,5%, di appena lo 0,5% alle spalle della Cdu. Poi i dati ufficiali e la conferma: Afd ha ottenuto oltre il 32% dei voti. I conservatori dell’Unione cristiano-democratica (Cdu), sono il secondo partito, fermi al 23%.

Una “vittoria storica“, come l’ha definita Björn Höcke, quella del suo partito di estrema destra Alternative für Deutschland. “Sono felicissimo. Sono orgoglioso della mia associazione statale. Sono orgoglioso dei molti volontari che sono venuti da noi, soprattutto dalle associazioni occidentali, e hanno fatto campagna qui. Abbiamo raggiunto un risultato storico”, ha detto Höcke, “Per la prima volta nella sua ancor giovane storia di partito, l’Afd è diventato la forza parlamentare più forte dopo 11 anni. E questo mi riempie di grande, grande, grande orgoglio e soddisfazione”.

Già i sondaggi della vigilia prevedevano una sconfitta per la coalizione di governo guidata dal cancelliere Olaf Scholz e l’affermazione dell’Afd, partito di estrema destra. A influire su queste elezioni anche l’attentato di Solingen, con tre persone che una settimana fa sono state accoltellate a morte nella città occidentale per mano di un richiedente asilo siriano: un attacco che ha profondamente turbato la Germania e che ha alimentato un acceso dibattito sull’immigrazione. L’Afd ha anche capitalizzato l’insoddisfazione nei confronti del governo di coalizione a tre a Berlino, che è stato afflitto da disaccordi e stalli, come la recente disputa sul bilancio del 2025. 

Nelle elezioni del Parlamento europeo di giugno, il partito ha ottenuto un record del 15,9% complessivo e risultati particolarmente positivi nella Germania orientale, dove – appunto – è la forza politica più rilevante. L’Afd ha anche ottenuto diversi successi locali, tra cui l’elezione di un sindaco, ma una vittoria in Turingia o Sassonia sarebbe la prima in un land. Gran parte del discorso dell’Afd si concentra sul rifiuto dell’immigrazione: “Hocke o Solingen”, si legge sui social network del partito. Il riferimento è al suo leader, Bjorn Hocke. Da quando è entrato in politica nel 2013, Hocke ha portato avanti una crociata contro i partiti e i media tradizionali, e non rilascia quasi mai interviste.

I partiti del governo del “semaforo” guidato da Olaf Scholz incassano una batosta in Turingia: l’Spd del cancelliere è attestata al 6,5% (-1,7), i Verdi al 4% (-1,2), i liberali Fdp 1% (-4). Questi ultimi due non superano quindi la soglia di sbarramento del 5%. “Abbiamo un risultato molto buono in Sassonia, in Turingia è addirittura sensazionale, con un risultato storico. È chiaro che la gente vuole che ci sia un cambiamento nella politica”, ha detto il leader nazionale dell’ultradestra tedesca di Afd Tino Chrupalla. 

Nel Brandeburgo, altro lander della Germania orientale, si vota a settembre inoltrato e anche qui l’Afd viene dato in vantaggio con circa il 24%, anche sulla spinta di quanto avverrà in Turingia e Sassonia. Oltre a inquietare la coalizione di Scholz, le elezioni potrebbero anche avere implicazioni internazionali se danno una spinta ai partiti che si oppongono al sostegno all’Ucraina.

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