Si può anche stentare a crederci, ma l’arte pittorica o di altro tipo dona benefici psicofisici e, pare contribuisca anche a ridurre il rischio di mortalità. La cultura, quindi, è un autentico “salvavita”.
Roma – Vuoi vedere che il boom dei visitatori di musei e opere d’arte registratosi negli ultimi tempi sia dovuto più agli aspetti benefici che a una vera motivazione culturale? Se non si sa che fare, si fa un giro in una mostra. Pare che “allunghi” la vita, potrebbe essere il pensiero ricorrente di qualche scaramantico che pensa in questo modo di conciliare salute e cultura. Comunque, sarà senz’altro capitato a ognuno di noi di restare estasiati, a bocca aperta, di fronte a un dipinto di valore che ci “prende” totalmente sino a gratificare occhi e mente.
Ora, si è diffusa l’idea che l’arte, sia guardandola di persona sia attraverso altri mezzi, produca benessere. Ciò accade anche se stiamo sfogliando un volume o davanti al computer. Si potrebbe definirla tele arte, nel senso che… anche a distanza mostra la sua efficacia. Queste considerazioni non sono il frutto di un dibattito tra avventori di un pub, in cui si può dire di tutto e il suo contrario, ma è il risultato di un dettagliato studio. Sulla rivista accademica Computers in Human Behaviour, che si occupa di interazione uomo-computer e di cyberpsicologia, è stata pubblicata una ricerca a cura dell’Università di Vienna, Austria, del Max Planck Institute for Psycholinguistics di Nimega, Paesi Bassi e il Max Planck Institute for Empirical Aesthetics di Francoforte, Germania, due istituti di ricerca.
Lo studio ha riguardato 140 persone che hanno visto una mostra di Monet al computer. Sembra che dopo pochi attimi siano stati segnalati importanti miglioramenti del tono dell’umore e dell’ansia. È importante che, anche a distanza, l’arte possa essere vissuta in maniera intensa, “immergendosi” nelle opere per avere i benefici sperati. È chiaro che quando si sfoglia un volume d’arte o quando si ammira una collezione di quadri al computer, le percezioni possono essere diverse da un individuo a un altro. Ognuno reagisce in maniera diversa. Ad affermare che l’arte fa bene alla salute ci aveva pensato, qualche tempo fa, una ricerca a cura dei ricercatori dell’University College di Londra, pubblicata sul British Medical Journal, prestigiosa rivista inglese.
Lo studio è iniziato 14 anni prima, periodo in cui è stato monitorato lo stato di salute di oltre 6 mila soggetti, l’abitudine di frequentare musei, cinema, teatri e concerti e i loro effetti sulla durata della vita. Altri indicatori per la ricerca sono stati la situazione socioeconomica, lo stato culturale e il benessere sociale. Ebbene, è emerso che coloro che si dedicavano alla cultura e all’arte manifestano un rischio di morte ridotto del 14% nel periodo considerato, rispetto a chi non coltivava queste passioni. Inoltre, l’effetto benefico dell’arte, sembra correlato anche alla quantità di tempo a essa dedicato.
Chi è stato più costante, è migliorato per il 31% per il rischio di mortalità, rispetto a chi ha frequentazioni culturali e artistiche prossime allo zero. Sono risultanti confortanti che confermano che avere del “tempo libero” in cui ognuno può manifestare la propria creatività e il proprio estro, liberati dalle catene dei ritmi della produzione, non può che produrre effetti benefici alla salute. È come intraprendere un viaggio interiore che ci aiuta a scoprire anfratti sconosciuti di noi stessi che, spesso, ci conciliano con la vita. Ora debbo salutarvi: vado a vedere una mostra di pittura. Chissà che non campi qualche anno in più…