L’Arma ricorda il brigadiere Antonino Marino, ucciso per le sue indagini sui clan

Il 9 settembre del 1990, a Bovalino Superiore, l’agguato al militare impegnato nel contrasto alla ‘ndrangheta nella Locride.

Reggio Calabria, 10 set. – A distanza di 34 anni dall’omicidio, l’Arma dei Carabinieri ha ricordato oggi il brigadiere Antonino Marino, già comandante della stazione di Platì, ucciso da un killer durante una festa religiosa a Bovalino Superiore, nella Locride.

Il coraggioso sottufficiale, arruolatosi nell’Arma nel 1975, prima del suo omicidio si era occupato di varie indagini su traffici illeciti e, in qualità di comandante della Stazione di Platì, aveva collaborato nelle indagini su vari sequestri di persona, che in quegli anni rappresentavano una delle principali attività criminali sul versante Ionico della Provincia di Reggio Calabria.

La sera del 9 settembre 1990, Antonino Marino, mentre si trovava a Bovalino Superiore con la propria famiglia in occasione della festa patronale, fu avvicinato da un killer che gli esplose contro alcuni colpi di pistola, colpendolo in parti vitali. Nell’agguato furono colpiti, oltre al militare all’epoca trentenne, anche la moglie incinta e il figlio Francesco, di appena un anno, che oggi è un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri.

Alla sua memoria, il 25 maggio 2010, è stata intitolata l’omonima piazza a Bovalino Marina, e il 30 settembre 2011, la Caserma di Platì, sede dell’attuale Stazione Carabinieri.

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