L’aria delle nostre città è sempre più irrespirabile (ma il legislatore sembra non accorgersene)

L’ultimo rapporto di Legambiente: 18 centri urbani fuorilegge per livelli di smog, 50mila i morti all’anno per l’inquinamento. Ma le misure di contrasto sono lente e insufficienti.

Continuiamo così: facciamoci del male! Si potrebbe esclamare, parafrasando la celebre frase di Nanni Moretti, nel film “Bianca” del 1984, in cui l’attore e regista faceva riferimento al fatto che qualcuno non avesse ancora assaggiato la Sacher torte, la famosa torta al cioccolato austriaca. Solo che frase calza a pennello per la tragica situazione dell’aria nel nostro Paese. L’ultimo rapporto “Mal’Aria di città 2024”, a cura di Legambiente, una delle più antiche associazioni ambientaliste italiane, diffonde un dato molto preoccupante: stiamo peggiorando!

Infatti, i decessi da inquinamento atmosferico raggiungono la ragguardevole cifra di 50 mila persone all’anno, perché i miglioramenti della qualità dell’aria sono risibili. L’anno scorso sono state messe in osservazione 98 città. Ebbene, ben 18 hanno registrato un superamento dei limiti giornalieri di PM10, le famigerate polveri sottili. Si tratta di un pulviscolo molto fine che può comprendere sostanze nocive per la salute quali metalli pesanti, solfati e nitrati, che resta sospeso in aria e respirato.

Il problema è che l’Italia arranca paurosamente nel conformarsi alla normativa europea. Si rischia, concretamente, di essere fuori gioco perché non in grado di rispettare i nuovi limiti che l’Unione Europea (UE) sta per approvare, con valori più severi degli attuali, da attuare entro il 2030. A tutt’oggi, il 69% delle città risulterebbero fuori norma rispetto ai limiti. A primeggiare in questo primato negativo ci sono Padova, Verona e Vicenza per il PM10, ovvero le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale a 10 µm (milionesimo di metro) e poi via via altre città. La situazione non cambia per il PM2.5, anzi è pure peggiore. Oltre i limiti ci sono l’84% delle città, coi valori più alti registrati a Padova, Vicenza, Treviso e Cremona. La notizia positiva è relativa al biossido di azoto che è l’unico inquinante in diminuzione negli ultimi cinque anni, anche se in metà delle città sotto esame i valori, sarebbero, comunque, elevati. Dal rapporto è emerso, inoltre, che il numero di sforamenti resta elevato.

Malgrado nel 2023 ci sia stata una situazione meteo più benevola rispetto al 2022, in 18 città, comunque è stato oltrepassato l’attuale limite previsto dalla legge per gli sforamenti di PM10. Infatti, oltre 35 giorni all’anno con una media al giorno maggiore di 50 microgrammi/metro cubo. In questa particolare classifica,
ha primeggiato Frosinone che ha raggiunto l’…ambito traguardo di 70 giorni di sforamento, quanto il limite consentito è la metà. A ruota Torino, Treviso, Mantova, Padova e Venezia. Con questi chiari di luna sembra che l’unica cosa da fare è prenotare il nostro funerale alle onoranze funebri. E’ vero che bisogna morire, che ognuno di noi ha impresso nel proprio codice genetico la data di scadenza, ma morire in questo modo è da scellerati.

Legambiente propone le sue ricette, come fa da quarant’anni, ormai, tanto non verranno prese in considerazione, se non in minima parte. Per dovere di cronaca le elenchiamo: investimenti nel trasporto pubblico locale e incentivi a chi lo utilizza, mobilità elettrica condivisa anche nell’hinterland urbano, estensione delle zone a traffico limitato, elettrificazione dei veicoli merci, diffusione delle reti ciclabili e pedonali, velocità a 30 chilometri orari in città. Ma non bisogna dimenticare l’altro attore malefico per l’inquinamento: il riscaldamento e rinfrescamento. Nelle zone più inquinate, divieto di installare caldaie e generatori di calore a biomassa. Nelle restanti parti, incentivi per l’installazione di tecnologie a emissioni quasi zero. Infine, massima vigilanza sulle aree agricole ad allevamenti intensivi, le cui emissioni possono, finanche, essere maggiori di quelle industriali o urbane. Si riuscirà a convincere i decisori politici, nazionali ed europei a cambiare rotta, o si sentono immuni da qualunque pericolo? Ai posteri…!

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