Il fenomeno della Madonna che piange lacrime di sangue da quasi 5 anni ha riacceso l’interesse di media e opinione pubblica. Con esso anche la storia di Gisella, 53enne testimone delle apparizioni mariane, con qualche problema terreno da risolvere.
TREVIGNANO ROMANO (Roma) – Il 3 di ogni mese centinaia di pellegrini, qualche volta anche migliaia, affollano il piazzale sterrato di Campo delle Rose per sentire le parole della Vergine tramite una veggente siciliana. La zona delle “apparizioni” è davvero suggestiva ed è situata a strapiombo sul lago di Bracciano. Da qui si può godere di una vista mozzafiato, a perdita d’occhio ed oltre, sino al mare Tirreno.
Ne sanno qualcosa diversi appassionati di parapendio che non ne hanno voluto sapere di smobilitare il loro spazio in favore delle apparizioni mariane, “costringendo” Madonna e veggente a spostarsi di qualche centinaio di metri più a Sud, per non litigare. In merito al fenomeno mariano c’è poco da dire: una ex imprenditrice, Maria Giuseppa Scarpulla detta Gisella, 53 anni, ha lasciato la sua precedente occupazione per dedicarsi alla Beata Vergine che, a suo dire, si sarebbe materializzata dapprima in casa, piangendo lagrime di sangue, poi fuori dall’abitazione parlando ai fedeli tramite la stessa Gisella che ne trascrive il pensiero su un taccuino.
Correva l’anno 2016 e a quella donna mite ma determinata sarebbe cambiata la vita:
”Vi prego scrivete la verità su di noi, su di me – racconta la veggente – non ho cercato quanto mi è successo, ma questa grazia mi è arrivata. Eravamo una coppia normalissima, siamo sposati da 13 anni, abitavamo a Roma, ci siamo trasferiti a Trevignano perché volevamo un luogo tranquillo dove vivere. Non abbiamo figli, aspettavo due gemelli, ma li ho perduti, un grande dolore. Quella statuetta, alta 38 centimetri, è un ricordo di un viaggio a Medjugorje, per tre volte ha pianto sangue in casa nostra, e più volte un liquido oleoso è sceso dai suoi occhi. Ho lasciato tutto, la mia carriera, la mia vita di prima. Il pomeriggio ricevo in casa chi ha bisogno di un consiglio e mi dedico alla nostra Onlus…”.
Dalle lagrime alle parole il passo è stato breve. Adesso la teca con la Madonna occupa uno spazio nel bel mezzo del piazzale e il 3 di ogni mese, sia col sole che con la pioggia, la Santa Vergine parlerebbe con uomini, donne, bambini, malati e non, tramite Gisella che appunta il pensiero mariano su un taccuino per poi riferire alla gente le parole della Madre di Gesù. Con l’andare del tempo a Gisella sarebbero spuntate le stimmate, su mani e piedi, che la donna tiene coperte. E si parla anche di miracoli, ma ancora è tutto da dimostrare: ”Il terreno lo ha donato un possidente che ha ottenuto una guarigione in famiglia – racconta il titolare di un bar di Trevignano – ha un grande valore ma in quella zona è impossibile costruire poiché insistono vincoli ambientali e paesaggistici. Chi lo fa è un abusivo…”.
Anni addietro era intervenuto sul fatto l’ex vescovo di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, che aveva autorizzato le preghiere mentre l’attuale “collega” monsignor Marco Salvi ha deciso di istituire una Commissione d’inchiesta che valuterà i fatti e, soprattutto, potrà stabilire la natura scientifica di lagrime e stimmate. A scanso d’equivoci:
”La Madonna aveva previsto anche il coronavirus – aggiunge Gisella – è accaduto nell’apparizione del 28 settembre 2019. In quella circostanza, Maria, molto addolorata, disse si pregare insistentemente per la Cina ed il suo popolo… Maria infervorata, chiese espressamente di incrementare la preghiera per quel Paese, assicurando che dalla Cina presto sarebbe arrivato un virus. Purtroppo così è stato… Stessa cosa per la guerra fra Russia e Ucraina, la Madonna aveva previsto una grande guerra e ci invita a pregare per sconfiggere il piano di Satana…”.
Con i fedeli sono arrivati, puntualmente, anche i versamenti sul conto corrente della Onlus gestita da Gisella e dal marito Gianni, di origini sarde. I due assicurano che fino all’ultimo euro tutti gli introiti verranno spesi a fin di bene: ”Stiamo per aprire un centro destinato ai bambini malati – conclude Gisella – é quello che mi ha chiesto la Madonna”. Un modo come un altro per fare impresa. A fin di bene.
Poi la doccia fredda, alcuni giorni addietro: la veggente è stata condannata in primo grado a 2 anni di carcere, pena sospesa, dal tribunale di Patti per bancarotta fraudolenta. I fatti risalgono al 2013 quando Gisella era amministratore dell’impresa “Majolica Italiana”. La notizia ha lasciato basiti i fedeli e amici della veggente stigmatizzata.