La sua morte rimane un mistero

Il decesso improvviso di Giorgia Migliarba, mamma di tre bambini e incinta di sei mesi, metterebbe in dubbio la tempistica di arrivo del mezzo di soccorso. In ospedale qualche intemperanza e un pugno sferrato ad un cronista.

PALERMO – Forse era già in coma a casa la donna incinta di sei mesi, il suo decesso rimane un mistero. A ritrovare Giorgia Migliarba, 28 anni, in stato di gravidanza e mamma di altri 3 figli, riversa sul pavimento con gli occhi sbarrati e la bava alla bocca è stato il marito Francesco una volta tornato nella sua abitazione. La giovane, nella mattinata del 13 settembre scorso, non dava più segni di vita e il coniuge si affrettava a chiamare l’ambulanza. Mentre i minuti passavano le condizioni di Giorgia peggioravano tanto che il marito decideva di trasportarla con la sua auto presso il pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia di Palermo. La donna arrivava nel nosocomio praticamente in fin di vita e in arresto cardiaco tanto che i medici provavano a rianimarla per più di un’ora ma senza successo.

La vittima con il marito Francesco. Da Fb

Nel frattempo l’ambulanza giunta nel quartiere Zen, in via Costante Girardengo, veniva fatta oggetto di calci e pugni da parte degli abitanti delle case popolari che cosi avrebbero protestato energicamente per un presunto ritardo del mezzo di soccorso. La centrale operativa del soccorso pubblico avrebbe affermato che l’ambulanza, partita dall’ospedale Cervello, sarebbe giunta in zona in 8 minuti mentre i vicini di casa della vittima giurano di averla vista arrivare dopo 45 minuiti. Una volta dichiarata la morte della paziente e del bimbo che aveva in grembo, parenti, amici e conoscenti della giovane mamma, che lascia orfani tre bambini di 8, 6 e 3 anni, avevano iniziato ad agitarsi e quando hanno visto una persona che, al primo piano della struttura sanitaria, riprendeva il capannello di persone con lo smarthphone stavano per andare in escandescenze.

E’ volata qualche bottiglia in direzione dell’uomo che faceva il video mentre altri tentavano di arrampicarsi sino al primo piano per “catturare” l’individuo che registrava i parenti della vittima per avere conto e ragione, come si dice. Qualcuno allora chiamava la polizia e giungevano sul posto ben 8 volanti con agenti in tenuta antisommossa che ristabilivano la tranquillità all’interno del nosocomio. Giorgia, nei giorni antecedenti alla tragedia, aveva accusato mal di testa ricorrenti ma nulla che avrebbe potuto anticipare un suo prossimo malessere di estrema gravità. Per altro la donna era in buona salute e pare non avesse mai accusato problemi durante le precedenti gravidanze:

L’ambulanza sarebbe arrivata in ritardo ma i soccorritori affermano il contrario

”…Le avevo parlato poco prima – racconta Francesco sconvolto dal dolore – quando sono arrivato a casa mio figlio mi ha detto che mamma aveva gli occhi aperti, faceva paura e che non parlava più. Cosi sono entrato dentro e l’ho vista a terra… Ho gridato aiuto, aiutatemi mia moglie è morta… Hanno chiamato i soccorsi e anch’io ho chiamato il 118… Poi ho deciso di accompagnarla in ospedale. Giorni prima stava bene non aveva avuto nulla di che, era tutto  posto…Non posso crederci, adesso non c’è più e nemmeno il bambino…”.

In poche parole c’è chi dice che l’ambulanza è giunta in ritardo, ovvero quasi tutti i cittadini residenti in via Costante Girardengo, mentre i soccorritori parlano di intervento effettuato in meno di 10 minuti, salvo poi a non trovare la gestante moribonda all’indirizzo indicato perché già trasferita in ospedale. Pare che la Procura, inizialmente orientata verso l’autopsia, avrebbe disposto soltanto la ricognizione cadaverica per poi riconsegnare la salma ai parenti senza aprire un fascicolo:

“Tutto lo Zen con tutti i telefonini hanno chiamato le ambulanze dice un parente della vittimanon abbiamo aggredito nessuno, momenti di rabbia e grida si ma nient’altro. Dovevano salvarla e correre qui subito. Se n’è andato con lei un pezzo del mio cuore, per sempre…”.

Le volanti della polizia giunte in ospedale per evitare atti di violenza

In ospedale, però, qualcuno dei parenti o amici della povera Giorgia avrebbero aggredito il giornalista Elian Lo Pipero di Palermo Live. Il cronista si trovava nei pressi della camera mortuaria per saperne di più sul decesso quando uno dei familiari della vittima l’avrebbe afferrato per il collo dandogli anche un pugno sotto il mento facendogli cadere per terra gli occhiali. Il provvidenziale intervento di un poliziotto avrebbe evitato ulteriori, peggiori conseguenze. I funerali si sono celebrati lo scorso 16 settembre nella chiesa di San Filippo Neri.

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