La consacrazione di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico lo rilancia nel gradimento popolare, benché resti lontanissimo da Fratelli d’Italia. In calo il Movimento 5 Stelle.
Roma – Calma piatta, o quasi. Le rilevazioni sullo stato di salute dei partiti sono abbastanza costanti e non fanno prefigurare spostamenti interessanti sul piano delle preferenze degli italiani intervistati. Infatti, mentre si ipotizza un innalzamento dell’asticella del Pd, FdI continua la sua ascesa. Insomma, le intenzioni di voto di questa settimana riflettono ancora più di quelle di 7 giorni fa all’esito delle elezioni regionali.
Ne è una conferma il calo del Movimento 5 Stelle, che ha deluso in Lombardia e nel Lazio e che oggi ha il 17,1%. Viene quasi raggiunto da un Pd in ascesa, che raggiunge il 16,9%, un valore che non toccava da inizio novembre. È destinato, forse, a salire ancora dopo l’elezione a segretaria di Elly Schlein. Almeno questo dovrebbe essere il trend, vista la partecipazione ai gazebo e lo spirito di novità che si respira all’interno del Nazareno. Almeno per quanto riguarda il segretario. Molto bene anche Fratelli d’Italia, che sale al 30,4%, mentre i suoi alleati sono stabili, come Forza Italia al 7,1% e la Lega che si attesta all’8,8%, con un lieve calo. Periodo negativo per Azione/Italia Viva, altro sconfitto alle regionali, che scende al 7,2%. Una percentuale che però è consolidata per il Terzo Polo da tempo, mentre poco cambia per Sinistra Italiana/Verdi e +Europa, rispettivamente al 3,3% e al 2,5%.
Emergono, comunque, nuovi dati sulla vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd che fotografano una situazione nuova in casa dem. Il successo di Stefano Bonaccini tra gli iscritti e il ribaltamento dell’esito finale nello scontro di domenica ha una chiara spiegazione. Solo un elettore su due delle primarie dem di domenica aveva votato il Pd alle ultime elezioni politiche, mentre il 22% dei votanti a settembre aveva scelto il M5S. È quanto emerge da un sondaggio realizzato per “Porta a Porta”. Secondo l’analisi, il 13% degli elettori del M5S ha espresso un voto a favore della Schlein, mentre solo il 2% ha scelto Bonaccini. Il Pd potrebbe riscontrare già un “effetto Schlein” sulle intenzioni di voto e crescere virtualmente di almeno tre punti.
Insomma, la “novità Schlein” suscita più di un interrogativo tra i parlamentari del Partito democratico. Il primo tra tutti riguarda la linea che la neo segretaria terrà sull’Ucraina. Se sarà la stessa di Enrico Letta o con qualche distinguo. C’è chi ne dubita e chi invece ritiene che alla fine il Pd non potrà discostarsi troppo da quella impostazione. Alcuni dem, assicurano che non ci saranno cambiamenti anche perché il Pd ha votato tutti i decreti per l’invio delle armi in Ucraina. Però è stata proprio la posizione pacifista della neo-eletta a schiodare dal divano persone che hanno votato per il M5s e indurli a votare nei gazebo la concorrente di Bonaccini. Chi solleva questo tema certamente lo fa più che altro per questioni interne di partito e per mettere un po’ di polemica all’agro-dolce in questa fase.
In ogni caso, è stata proprio la posizione “pacifista” di Schlein ad avvicinare molti grillini e anche gli elettori del Pd che non condividevano la linea di Letta. D’altronde è risaputo che la maggior parte degli italiani invocano la pace e non sono affatto a favore dell’invio di armi a Zelensky. Ora, però, Schlein dovrà schierarsi e questo provocherà sicuramente altri scossoni. Al di là di ogni scelta o polemica bisogna accertare se tutte le armi mandate siano realmente utilizzate per fare la guerra oppure, come hanno scritto molti giornali in passato, se il 40% di quelle più leggere vengano rivendute dall’Ucraina al mercato nero. Sarebbe scioccante, ma in altri casi si è verificato.